Come funziona la Naspi, l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS? E, soprattutto, quando viene meno? Quesiti attorno ai quali è sempre bene fare chiarezza, al fine di rendere trasparente e cristallina una materia spesso non di immediata comprensione. Partiamo, dunque, da un dato di fatto: il disoccupato percettore di Naspi può svolgere un nuovo lavoro. Tuttavia, per mantenere l’indennità, la nuova attività dovrà essere compresa entro certi limiti di reddito e di tempo.
Come riportato anche da “Orizzontescuola.it”, la Naspi può essere mantenuta nel momento in cui si trova un nuovo lavoro a tempo determinato, ma a una determinata e duplice condizione, ovvero che il contratto abbia una durata pari o inferiore ai 6 mesi e che il reddito derivante dalla nuova attività sia racchiuso entro il limite massimo di 8.145 euro. Quando si riesce a trovare un nuovo lavoro, infatti, “si deve comunicare all’INPS il reddito presunto che ne deriva e se tale reddito è inferiore a quello sopra indicato, l’importo della Naspi si riduce in misura pari all’80% dello stesso”.
NASPI, INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE INPS: ECCO QUANDO DECADE
A proposito di indennità di disoccupazione Inps, va altresì precisato che, qualora il nuovo impiego trovato, pur rientrando nel limite temporale dei 6 mesi, porti a un reddito superiore a quota 8.145 euro, la Naspi corrente automaticamente decade, con la possibilità, tuttavia, che, al termine dei 6 mesi di contratto, sia possibile effettuare la richiesta di una nuova indennità di disoccupazione, imperniata però sui contributi versati.
Ancora “Orizzontescuola.it” ha inteso ricordare che la Naspi decade in tre circostanze: quando si trova un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, quando si trova un rapporto di lavoro a tempo determinato di durata superiore ai 6 mesi e quando si trova un rapporto di lavoro a tempo determinato della durata pari o inferiore ai 6 mesi che porta un reddito superiore a 8.145 euro.