Un nuovo fenomeno musicale sta spopolando: è il rap cristiano, che trasmette rime nel nome del Signore, con inni di speranza e d’amore rivolti a colui che tutto ha Creato. Nel fine settimana, ad Alessandria, si è svolta la Christian Jam, il primo raduno hip hop di questo genere e, come ha dichiarato uno degli artisti che vi hanno preso parte al quotidiano “La Stampa”, sono ancora numerosi i pregiudizi da lasciarsi alle spalle: “Alle superiori spesso venivo bullizzato dai miei compagni di classe per la mia fede – ha detto Jus Spaccia Verità, 28enne proveniente da Rapallo –. Ricordo che da bambino mio padre acquistò un disco di rap cristiano latino e per me fu una rivelazione”.
Tuttavia, soltanto attorno alla maggiore età ha iniziato a scrivere canzoni in linea con il percorso di fede compiuto fino a quel momento: “Rispecchia la vita di un cristiano, fatta di battaglie. Il mare è il mondo che può allontanarci dalla giusta rotta. Gli artisti italiani che vanno per la maggiore sono forti, ma i testi sono saturi e tutti uguali. Tutto ciò che è fuori moda non viene calcolato dai giovani. Noi cantiamo il rap cristiano nelle Chiese, piano piano stiamo scavalcando quella religiosità che ci blocca”.
RAP CRISTIANO, LE TESTIMONIANZE DEGLI ARTISTI: “SIAMO STATI CRITICATI E GIUDICATI”
Il pioniere del rap cristiano è Thomas Valsecchi, in arte Shoek, classe 1986, nato a San Patrignano, in comunità. Un’esistenza difficile, tra droga e spaccio, fino a quando un incontro con una ragazza che gli ha parlato di Dio ha sconvolto la sua esistenza. Come ha rivelato lui stesso a “La Stampa”, “il mio cambiamento è durato anni. Dio non è l’immagine che la Chiesa propone. Non guardate a una religione e agli errori dell’uomo, c’è qualcosa che va oltre. Dio non è noioso”.
Il rap cristiano però, ha affermato Shoek, “non è stato supportato dalla Chiesa. Sono stato criticato, giudicato, condannato, anche da persone cristiane. Solo ora il mondo ecclesiastico si sta abituando a una musica che non sia ‘alleluia, alleluia’. Molti rapper cantano vite che non vivono, stanno rovinando la gioventù. Ma voglio dire ai ragazzi che ognuno di loro ha un valore e che la vita non va sprecata”.