CHIUSO IL PRIMO PRE-ROUND DI NEGOZIATI IN ARABIA SAUDITA: COME SONO ANDATI E COSA È STATO PROPOSTO
Zelensky, a suo diritto, lamenta di non essere stato invitato, così l’Unione Europea: eppure il “misunderstanding” è presto che riconosciuto, dato che quelli oggi in Arabia Saudita erano dei primi iniziali negoziati di pace dove Usa e Russia dovevano vedersi, chiarirsi e mettere a terra le rispettive condizioni per poi fissare le vere trattative diplomatiche e geopolitiche nelle prossime settimane. E come ha detto il Segretario di Stato Marco Rubio chiudendo la prima giornata a Riad, al tavolo delle trattative ci saranno anche l’Ucraina e l’Unione Europea, quest’ultima in quanto «Anche l’Europa ha imposto sanzioni alla Russia».
Prima però occorre raggiungere un cessate il fuoco e di questo hanno trattato oggi Rubio e il suo omologo russo Sergei Lavrov, capo della diplomazia russa del Presidente Putin: la giornata di colloqui è spedita via positiva, senza intoppi, con gli effettivi negoziati sull’Ucraina che saranno decisi più tardi con un accordo fra Putin, Trump e il Presidente Zelensky. Secondo quanto poi riportano i media, Rubio avrebbe abbozzato i tre punti chiave del piano di Trump già delineato al telefono con il Cremlino la scorsa settimana: una iniziale tregua, le Elezioni in Ucraina e poi la definizione dell’accordo finale con il nuovo Governo incaricato a Kiev.
AL VIA I COLLOQUI DI PACE IN ARABIA SUADITA: CHI C’È E COSA SI SONO DETTI USA E RUSSIA
Sono ufficialmente cominciati i negoziati di pace in Arabia Saudita con le due delegazioni di Usa e Russia presenti dopo l’iniziale accordo di massima tra i due Presidenti Donald Trump e Vladimir Putin: dopo il vertice semi-flop di ieri a Parigi con parte dell’UE e della NATO, i Ministri degli Esteri di Washington e Mosca – Marco Rubio e Sergei Lavrov – hanno cominciato i colloqui per impostare un’iniziale pacificazione in Ucraina. Nei prossimi round di negoziati l’intenzione è di coinvolgere direttamente Kiev, con lo stesso Cremlino che oggi ha confermato l’intenzione di poter arrivare a colloqui diretti Putin-Zelensky nonostante da Mosca, come è noto, non venga conosciuta pienamente la legittimità del Presidente ucraino per via delle elezioni annullate (proprio per la guerra scatenata a Putin nel febbraio 2022).
I negoziati al via questa mattina a Riad avvengono nei palazzi della famiglia reale Bin Salman, specificamente a Diriya dentro l’Albasatin: guerra sul campo da terminare, economia, interessi reciproci, Medio Oriente e sviluppo asiatico i punti nodali. Non solo, tra le prime novità che emergono dal tavolo della mattina (riprenderà oggi pomeriggio, al termine parleranno sia Rubio che Lavrov) vi sarebbe l’apertura della Russia a riconoscere il diritto sovrano dell’Ucraina di poter aderire all’Unione Europea, mentre permane il “niet” sulla possibilità di un adesione futura alla NATO. Secondo il portavoce di Putin, nessuno può sindacare le condotte politiche di altri Paesi, mentre diverso è il fattore di un’alleanza militare a cui la Russia guarda con preoccupazione.
DAL FLOP UE A PARIGI AL FASTIDIO DI ZELENSKY: IL CAMMINO DIFFICILE VERSO LA PACE IN UCRAINA
Non presenti al tavolo in Arabia Saudita per il momento né l’Ucraina né l’Europa: se per i primi però l’apertura ai negoziati di pace diretti arriverà nelle prossime settimane, con la possibilità di un colloquio diretto fra Trump, Putin e Zelensky, diverso è lo scenario dell’UE che viene tenuta lontana tanto dagli Stati Uniti quanto dalla Russia. «Come poterli invitare a negoziati di pace quando vogliono continuare la guerra?», chiede ancora provocatoriamente il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
L’indomani del semi-flop vertice di Parigi convocato da Macron alla presenza dei leader UE e NATO, Bruxelles non ha aggiunto granché allo scacchiere internazionale in merito a potenziali sviluppi di pace sul conflitto in Ucraina: sebbene Zelensky veda ancora con cattiva luce i negoziati in Arabia Saudita («senza invito per noi quel tavolo non esiste», ha detto il primo consigliere del Presidente, Mychailo Podolyak intervistato da “Quarta Repubblica” lunedì sera), sa bene che è inevitabile arrivare a trattare con Usa e Russia per far terminare questa guerra. Mentre l’Europa pretende posti e peso al tavolo dei negoziati che per il momento non sembrano giungere: ieri al vertice di Parigi, fonti di Governo riportano della “strigliata” fatta da Giorgia Meloni ai colleghi europei in merito alle posizioni mantenute di contrasto e sfida alla Presidenza Trump, «state sbagliando tutto», invitando invece ad una maggior collaborazione con gli Usa anche per poter tornare a contare qualcosa nei consessi internazionali sui temi chiave di Ucraina e Medio Oriente. Le dichiarazioni invece di Germania, Francia, Polonia e quant’altro sono tutte orientate a criticare i negoziati in Arabia Saudita, motivando la loro delegittimazione con la mancanza di Kiev al tavolo: quando però Zelensky, in un modo o nell’altro, siederà ai colloqui, la posizione dell’Europa (se mai ve ne sarà una sola), quale sarà?