LE NOVITÀ DA RIAD E L’AMMISSIONE DI TRUMP: “PARLIAMO ANCHE DI TERRITORI”
Non ci saranno firme, salvo sorprese, nei negoziati di pace in corso oggi a Riad: lo ha detto il Cremlino dopo aver definito comunque interessanti e con buoni risvolti i colloqui ancora in corso tra le delegazioni di Russia e Usa in merito alla tregua in Ucraina. Di contro, il team di Kiev è rimasto in Arabia Saudita in quanto al termine del summit al Ritz-Carlton – tra oggi o domani – tornerà a vedere i diplomatici americani per fare il punto sull’evoluzione delle trattative.
In primo luogo appunto, i negoziati resteranno interlocutori almeno per oggi in quanto non sono previste firme ufficiali sul cessate il fuoco (e non erano attese visto il grado delle delegazioni giunte a Riad, senza i “pezzi grossi” di Casa Bianca e Cremlino): sebbene non siano dunque previsti documenti ufficiali, qualcosa si è smosso sulla trattativa per portare alla pace in Ucraina. In primo luogo, Russia e America concordano sulla possibilità di raggiungere un accordo sul Mar Nero e sulla navigazione dei vari prodotti per quell’area strategica. «È stato il suggerimento del presidente Trump e il presidente Putin ha accettato», ha spiegato oggi pomeriggio da Mosca il portavoce Dmitri Peskov.
La tregua navale sul Mar Nero, unita al cessate il fuoco sui siti di energia, sono i due punti chiave della trattativa al momento in corso tra Usa e Russia a Riad: è poi in serata che dalla Casa Bianca il Presidente americano Donald Trump lancia un’altra ammissione sul tavolo negoziale, parlando esplicitamente di territori e centrali. Facendo il punto assieme alla riunione di gabinetto nella White House, il tycoon rivela che sul tavolo al momento si sta discutendo dei possibili territori, delle loro demarcazioni nei confini, così come la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia dopo la guerra.
Infine, spiega ancora Trump, tra Ucraina e Usa la firma sulle terre rare è sempre più vicina. «Stiamo parlando delle linee di demarcazione, di chi avrà la proprietà della centrale nucleare di Zaporizhzhia», fa sapere il Presidente americano parlando con i giornalisti alla Casa Bianca. Secondo il WSJ, il Governo repubblicano avrebbe accettato di fornire più armi a Kiev in cambio dell’accesso alle risorse minerarie, ma il tema non è affatto semplice in quanto alcuni di questi territori sarebbero ad oggi controllati e/o occupati dalle truppe russe.
DA RIAD A RIAD: OGGI LA RUSSIA INCONTRO GLI STATI UNITI, COSA PUÒ SUCCEDERE
Dall’Arabia Saudita all’Arabia Saudita, da un tavolo diplomatico ad un altro nel giro di neanche 24 ore: i negoziati di pace a Riad oggi ospitano le delegazioni Usa-Russia dopo che nel pomeriggio/serata di ieri si erano tenuti i colloqui tra i diplomatici degli Stati Uniti e quelli inviati dal Governo Zelensky in Ucraina. Il tema al centro è sempre quello, la tregua di pace conclusiva per una guerra giunta al 1125esimo giorno consecutivo, 3 anni e passa di morti, distruzioni e tensione internazionale ai limiti della terza guerra mondiale.
Secondo quanto sottolineato stamane dal Ministro della Difesa ucraina, Rustem Umerov, che ha partecipato direttamente ieri ai negoziati a Riad, l’incontro con il team americano è stato produttivo e mirato, affrontando diversi punti sulla tregua a cominciare da quella che anche Mosca ha già accettato in sostanza. Il primo cessate il fuoco sarà infatti “solo” per attacchi su siti energia e infrastrutture: secondo Zelensky, spiega il suo ministro, l’obiettivo resta «garantire una pace giusta e duratura per il nostro paese e il nostro popolo», ma per estensione il tema è anche la garanzia di un’Europa del tutto sicura e libera dalla minaccia russa.
Kiev prova a tirare dentro alla partita (non da oggi) l’Unione Europea, di fatto la grande assente dei negoziati di pace finora triangolati da Donald Trump direttamente con Putin e Zelensky: con i piani di riarmo e di difesa, oltre al sostegno all’Ucraina, il Consiglio Europeo della scorsa settimana è stato un mezzo flop che non aiuta a ritagliarsi un ruolo nella “partita” diplomatica in corso.
La delegazione ucraina però vorrebbe ampliare il tavolo, visto che Bruxelles si è dimostrata molto più “vicina” a Kiev di quanto il nuovo corso di Washington ha dimostrato: la Casa Bianca bada al “sodo”, ovvero la tregua energetica da subito per poi impostare un cessate il fuoco definitivo con la Russia entro il giorno di Pasqua.
GUERRA, TREGUA E FUTURO INCERTO: LE STRATEGIE SUI “TAVOLI SEPARATI” (PER ORA)
Da ore rimbalzano dagli Stati Uniti le informative di governo e servizi segreti sulla concreta possibilità che la Russia possa quantomeno intavolare la discussione per giungere alla tregua entro il 20 aprile prossimo, data della Pasqua cristiana comune tra cattolici e ortodossi: Mosca da par suo non ha grande fretta dato che vuole prima conquistare tutti gli obiettivi sul campo prima di sedersi al tavolo comune con l’Ucraina. Trump e Zelensky vogliono invece puntare ad una missione molto più rapida per interrompere la guerra e procedere con le “spartizioni”, ma resta ovviamente grande distanza su cosa si dicono disposti a rinunciare Kiev e Mosca.
Al momento dunque a Riad proseguono i tavoli “separati” con gli Usa da perno per il dialogo diplomatico ieri con l’Ucraina, stamattina al via all’hotel Ritz-Carlton con i delegati dalla Russia: da Mosca sono arrivati il presidente della commissione Affari esteri del Senato, Grigori Karasin, e con lui anche il principale consigliere del direttore FSB, Sergey Beseda. L’obiettivo resta sempre la tregua, duratura e completa, ma le distanze attuali sono ancora importanti.
Secondo Zelensky i tavoli di ieri a Riad sono stati nettamente produttivi e passi avanti vi sono stati dalla parte americana, ma l’appello resta il medesimo rilanciato ancora nel weekend di guerra passato a rispondere agli attacchi con droni piovuti sulle regioni di Odessa, Belgorod e ovviamente nel Donbass: bisogna spingere Putin, spiega il presidente ucraino, «a ordinare veramente di fermare gli attacchi».
Trump da Washington si dice fiducioso per un ulteriore passo avanti in questi nuovi negoziati di pace oggi a Riad, sottolineando di essere l’unico in questo momento a poter dialogare positivamente con Putin e Zelensky. La speranza è che possa bastare, visto che intanto dall’UE le mosse sono lente e alla confusa: i “volenterosi” con l’aggiunta della Cina in settimana proveranno a lanciare un’ulteriore proposta di pace, ma il “triangolo” diplomatico visto ieri e oggi a Riad difficilmente verrà scalfito nel breve periodo.