Cremlino frena lo scoop WSJ sui negoziati di pace in Vaticano tra Russia e Ucraina entro giugno: ecco cosa c'è di vero e cosa succede con UE-USA mediatori
LO SCOOP E LA SMENTITA: COSA C’È DI VERO SUI NEGOZIATI DI PACE TRA RUSSIA E UCRAINA IN VATICANO
Secondo le fonti dirette del Wall Street Journal sarebbe già stato condiviso dalle parti un vertice in Vaticano per dei negoziati Russia-Ucraina entro la metà di giugno 2025: allo stesso tempo, a domanda diretta il portavoce del Cremlino e braccio destro di Putin, Dmitri Peskov, frena su tutta la linea sottolineando che ancora un accordo manca per fissare colloqui sulla guerra in Ucraina nella cornice della Santa Sede.
La nuova possibile svolta sull’intricato scenario internazionale attorno a Kiev e Mosca arriva dopo le fitte telefonate degli scorsi giorni tra Casa Bianca, leader UE e lo stesso Cremlino: Trump ha affidato alla Premier Meloni di seguire da vicino il dossier dei negoziati in Vaticano (come spieghiamo nel video a fine paragrafo, ndr), ritenendo l’opportunità proposta da Papa Leone XIV forse l’ultima vera speranza per convincere la Russia ad accettare una tregua quantomeno iniziale. I “volenterosi” sostengono Zelensky nel proseguire le richieste forti contro Mosca, rilanciando le sanzioni e provando loro volta a convincere Trump a mettere nuovamente alle strette l’omologo russo.
E così si arriva al WSJ che riporta delle interlocuzioni positive tra Vaticano (il Pontefice coadiuvato dal Segretario di Stato Parolin e con l’appoggio della diplomazia del Governo Meloni), Mosca e Kiev, tentando quanto è di fatto naufragato nelle scorse settimane in Turchia. Addirittura secondo il Presidente della Finlandia Stubb i primi vertici fra le parti potrebbero tenersi già la prossima settimana in Vaticano: «ci sono più mediatori: prima, solo gli Stati Uniti svolgevano quel ruolo, ma ora anche l’Europa è coinvolta».
Dopo la ricostruzione fatta dal quotidiano USA è ancora il Cremlino ad ammettere che un possibile accordo in corso è quello sullo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, possibile prodromo a negoziati ben più ampi e con nessuna preclusione sulla proposta di Papa Leone XIV: resta il fatto che secondo Mosca al momento nulla è stato deciso, neanche sul fronte delle delegazioni. Questo in risposta allo scoop del WSJ che parlava della presenza di una componente USA ai possibili negoziati in Vaticano, guidata dal Segretario di Stato Rubio e dall’inviato per l’Ucraina Kellog.
LA RIVELAZIONE DI TRUMP AI COLLEGHI UE SULLA FINE DELLA GUERRA: “ECCO PERCHÈ PUTIIN NON VUOLE FERMARSI”
Nel giorno in cui il Cremlino annuncia la visita del Presidente Putin a due delle regioni occupate in Ucraina dall’esercito russo in quasi tre anni di guerra – il Donetsk e il Lugansk (che fanno parte del Donbass ucraino) – gli scatti e le frenate della diplomazia globale continuano a rendere profondamente incerta la possibile tregua di pace in Ucraina.
Zelensky conferma i contatti con la Russia per lo scambio di 1000 prigionieri, ma non conferma né smentisce l’ipotesi di fissare tavoli in giugno all’interno del Vaticano: la diplomazia intanto corre tra l’Europa, l’Italia e la Santa Sede il dialogo è molto proficuo per poter dare una garanzia completa ai possibili negoziati di pace. Non sarà semplice, specie secondo quanto emerge da una rivelazione fatta dal Presidente Donald Trump nell’ultima telefonata con il leader UE (oltre a Meloni, anche Macron, Merz, Stubb, Starmer e Von der Leyen): «Putin non vuole porre fine alla guerra in Ucraina».
Il motivo sarebbe molto semplice ed è emerso con forse più chiarezza nella telefonata di oltre due ore tenuta lo scorso lunedì: il Cremlino è convinto di essere vicino alla vittoria militare e per questo non vorrei impegnarsi nel breve tempo ad una tregua per favorire i negoziati di pace con l’Ucraina. Si fa strada la possibilità che Washington possa abbandonare il tavolo delle trattative se la Russia di Putin non dovesse convincersi a fissare i negoziati, come fatto del resto intendere dallo stesso Rubio e dal vicepresidente Vance nei recenti viaggi in Europa.