Ha fatto il giro del web e dell’Italia la notizia di un neonato, un bimbo di appena 40 giorni, che ha dovuto pagare il biglietto del cinema per assistere alla riprese di un film. Quattro persone più il piccolo, si sono recati presso un multisala della provincia di Bergamo, a Stezzano, per vedere l’ultimo film di Leonardo Pieraccioni, leggasi “Pare parecchio Parigi”, ma quando sono giunti alle casse hanno ricevuto questa inusuale richiesta. Come scrive TgCom24.it, a raccontarlo a L’Eco di Bergamo è stata la mamma del piccolo, Alessia Masaracchia, 36enne di Serina, che il 20 gennaio ha dovuto pagare la tariffa intera, 9 euro, per il biglietto del figlio. L’Eco di Bergamo segnala che la mamma aveva portato il bimbo con la fascia, quindi stretto al corpo, e alla richiesta del ticket la donna aveva risposto che aveva scelto di tenere il figlio con se in quanto spesso e volentieri lo allattava, aggiungendo comunque che il bimbo era molto tranquillo, e che non avrebbe pianto ne disturbato.
Durante la visione del film il neonato è stato in effetti in braccio alla mamma (senza occupare quindi un’altra poltrona, anche perchè a 40 giorni non è neanche in grado di stare seduto), non recando alcun problema, e la madre si è detta sconcertata in quanto solitamente bimbi così piccoli hanno l’ingresso gratuito al cinema, così come avviene per altri servizi come aerei, mezzi di trasporto, ma anche hotel e ristoranti, dove la soglia solitamente è di 2/3 anni.
NEONATO COSTRETTO A PAGARE IL BIGLIETTO DEL CINEMA: I COMMENTI CONTRO LA MAMMA
Dal canto loro i gestori del cinema hanno fatto sapere che tutti devono pagare l’ingresso anche i bambini, ma che sotto i nove anni si applica il ridotto. “Al servizio marketing non hanno ancora spiegato perché ad Alessia sia stato richiesto invece prezzo pieno per suo figlio”, segnala TgCom24.it.
Come spesso e volentieri avviene in questi casi, i commenti sul web sono stati moltissimi ma tanti lettori, più che concentrarsi sul biglietto pagato dal neonato, si sono domandati come mai la madre abbia deciso di portare un bimbo così piccolo al cinema, visto l’elevato “inquinamento acustico” nelle sale, potenzialmente nocivo per la salute del piccolo.