Neuralink, il nuovo annuncio di Elon Musk: pronto un chip che darà la vista ai ciechi. Comitato bioetica: "Alto rischio di privare le persone della privacy mentale"
Neuralink, dopo il primo intervento sul 29enne Noland Arbaugh, un paziente paralizzato dalle spalle in giù che grazie al chip impiantato nel cervello ora riesce a muovere cursori sullo schermo usando solo il pensiero e giocare con i videogame e gli scacchi, ora Elon Musk annuncia la nuova sfida, quella di dare la vista ai ciechi. Dichiarando anche che l’azienda neurotecnologica sta lavorando da tempo a questo obiettivo, ed infatti lo stesso fondatore aveva affermato nel 2022 che gli scienziati stavano portando avanti lo sviluppo di un sistema che potesse elaborare informazioni visive e trasmetterle al cervello, anche sui pazienti che non vedono dalla nascita.
Ora c’è la conferma, ed anche il nome del prodotto innovatvo, che si chiama “Blindsight“, cioè “Vista cieca”. Ma non solo, è stato sottolineato anche che, nelle prime versioni le immagini probabilmente appariranno di bassa qualità, ma poi verrà implementato il funzionamento dell’interfaccia neurale fino ad arrivare ad una visione migliore di quella umana. L’annuncio sui social ha però creato non poche polemiche, soprattutto perchè Elon Musk ha dichiarato che è stato testato e funziona già sulle scimmie, mentre i neuroscienziati sono molto scettici riguardo questa promessa.
Neuralink, via al chip per dare la vista ai ciechi, neuroscienziati avvertono: ” Alto rischio che vengano usati impropriamente”
Angelo Vescovi, presidente del comitato nazionale di bioetica, ha commentato l’annuncio di Elon Musk sul dispositivo neurale che darà la vista ai ciechi affermando, come riporta La Repubblica, che: “Musk promette l’impossibile“, soprattutto perchè non è chiaro come le immagini vengano poi interpretate dal cervello umano, visto che questo non è una macchina programmabile. Nonostante i problemi etici però ci sono già migliaia di volontari disposti a farsi impiantare il chip nel cervello per concludere i test clinici sugli umani approvati dalla FDA. I successivi pazienti dovranno invece pagare 40mila dollari per l’intervento.
La comunità scientifica sembra essere divisa, tra chi dice che Elon Musk non ha inventato nulla ma reso solo più efficiente una interfaccia che già era utilizzata da tempo. Mentre altri si pongono questioni che riguardano la privacy e la libertà individuale delle persone. Perchè, come afferma Vescovi, questi prodotti potrebbero anche essere usati come strumento di tortura o per il controllo del pensiero. Anche Nita Farhany, ex membro del comitato bioetico Usa avverte: “Dovremmo proteggere la privacy mentale e lasciare agli individui il diritto di scegliere se e come modificare i loro cervelli“.