Dramma in NFL, il suicidio di Marshawn Kneeland dopo la fuga dalla polizia
NFL, la ricostruzione del suicidio di Marshawn Kneeland
Nella notte lo sport americano per eccellenza è stato colpito da una bruttissima notizia, quella del suicidio di un giocatore professionista, Marshawn Kneeland defensive end dei Dallas Cowboys, la squadra più importante e famosa della NFL, nonché la società e il brand sportivo più redditizzio al mondo. Il giocatore di football americano aveva ventiquattro anni ed era alla sua seconda stagione nella lega dopo quattro anni all’Università del Michigan dell’Ovest, venne scelto dalla franchigia texana alla 56° scelta assoluta, nel secondo dei sette giri che il Draft NFL offre.
La spiacevole notizia è stata resa nota direttamente dalla sua squadra dopo essergli stata riferita dalla polizia con la quale il giocatore di football aveva ingaggiato un inseguimento, il ventiquattrenne infatti non si sarebbe fermato al richiamo delle forze dell’ordine per eccesso di velocità e avrebbe iniziato la fuga. Questa si sarebbe interrotta quando il difensore dei Cowboys è stato fermato dallo schianto della sua auto contro un albero, a quel punto sarebbe uscito dal mezzo fuggendo a piedi e dopo essersi rifugiato nel sobborgo di Frisco si sarebbe tolto la vita con una pistola.
NFL, il messaggio dei Dallas Cowboys dopo il suicidio di Marshawn Kneeland
Marshawn Kneeland si è tolto la vita a soli tre giorni dal suo primo touchdown in carriera, realizzato nella partita contro gli Arizona Cardinals persa con un punteggio di 17-27, la squadra texana con un comunicato ha condiviso la notizia e il ricordo di un giovane ragazzo, amato da tutti nello spogliatoio e nella struttura della squadra. Un pensiero va ai familiari e in particolare alla fidanzata Catalina mentre per la squadra la prossima partita in programma potrebbe essere rimandata per aiutare i compagni ad elaborare il lutto e la notizia, arrivata in maniera inaspettata.
Il suicidio di Kneeland fa riaprire il fascicolo dei pericoli del football americano e in particolare sugli effetti che porta sulla psiche dei ragazzi e di tutti quelli che regolarmente ci giocano e vanno in contro ogni settimana a traumi cranici che possono portare anche a problemi psichici nel futuro. Rimarrà però un mistero il motivo che ha portato un ragazzo di soli ventiquattro anni, con un futuro roseo come giocatore di football professionista a decidere di compiere un gesto di questo tipo e porre fine alla sua vita, anche se da quello che risulta agli agenti questa decisione sarebbe stata condivisa con i parenti e la fidanzata prima di compierla.