Luigi Ciatti, padre di Niccolò Ciatti, chiede ancora giustizia insieme alla famiglia per il figlio 22enne ucciso brutalmente durante una vacanza a Lloret de Mar (Spagna) nel 2017. Il giovane fu massacrato di botte senza motivo in una discoteca dove si era recato per trascorrere alcune ore in compagnia degli amici con i quali stava trascorrendo una vacanza, e non è più tornato a casa. La sua assurda morte è stata oggetto di un processo che approderà in Cassazione in Italia il prossimo 16 aprile, dopo che la Corte d’Assise d’appello di Roma ha confermato la sentenza di primo grado con una condanna a 23 anni di carcere per il ceceno imputato e tuttora latitante, Rassoul Bissoultanov, per il quale la Procura aveva chiesto l’ergastolo.
Il padre di Niccolò Ciatti torna a Chi l’ha visto? quando mancano pochi giorni alla prima udienza in Cassazione. In secondo grado non sono state riconosciute le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, escluse con comprensibile disappunto dei familiari della vittima. Il processo italiano si è instaurato nel contesto di una “corsa contro il tempo” per anticipare l’esito di quello spagnolo: non essendovi accordo tra i due Stati, infatti, diventa effettiva la sentenza emessa per prima. Il tribunale iberico aveva condannato Bissoultanov a 15 anni di reclusione. Il ceceno era stato arrestato il 12 agosto 2017 e rimesso in libertà dopo 3 anni e 10 mesi. Lasciata la Spagna a seguito della scarcerazione, era stato nuovamente arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale ed estradato in Italia. Nel 2021, però, la Corte d’Assise di Roma lo aveva rimesso in libertà con provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Tornato in Spagna, Bissoultanov ha fatto perdere le sue tracce ed è ancora latitante dal 2022.
Processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti, verso la Cassazione
Secondo quanto riporta La Nazione, il prossimo 16 aprile si terrà in Italia la prima udienza in Cassazionenel processo per l’omicidio di Niccolò Ciatti a carico del ceceno latitante Rassoul Bissoultanov. Il ricorso era stato presentato dalla difesa dell’imputato, ricostruisce ancora il quotidiano, nella speranza che la Spagna chiudesse l’iter giudiziario prima di quello italiano così che si assicurasse una pena inferiore (15 anni di reclusione la condanna stabilita dal tribunale iberico per la stessa imputazione di omicidio volontario). Questo perché, in assenza di un accordo tra i due Stati, dopo due gradi di giudizio per ogni Paese conclusi con una condanna, diventa effettiva solo la sentenza definitiva emessa per prima.
La speranza della famiglia di Niccolò Ciatti è che si arrivi velocemente alla fine a Roma così da anticipare la Spagna e blindare la condanna. Luigi Ciatti, il padre di Niccolò, continua a ripetere il suo appello affinché Bissoultanov sia assicurato alla giustizia e le ricerche siano condotte su scala internazionale con serietà. L’uomo è inserito nella “red list“ dell’Interpol e secondo il sostituto procuratore generale Debora Landolfi e il pm Erminio Amelio, che avevano chiesto l’ergastolo, avrebbe ucciso il 22enne originario di Scandicci con “furia cieca”.