Nicola Piepoli, esperto di sondaggi, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “Libero” per commentare la situazione politica odierna in Italia, anche alla luce dell’astensione registrata in occasione delle recenti elezioni amministrative e del referendum. Piepoli ha innanzitutto sottolineato che quella degli italiani è una disaffezione derivante dalla mancata soluzione dei problemi da parte del governo in carica: “La scontentezza viene a galla nei momenti di crisi vera, quando emergono archetipi come la fame e la guerra. Manca il pane…”.
Secondo Piepoli, questa astensione è un fenomeno destinato a replicarsi in futuro, già a partire dalle elezioni politiche del 2023: “Ormai il problema riguarda non solo la Destra e la Sinistra, ma tutte le democrazie europee e americane”. E i voti dei Cinque Stelle? Dove finiranno? “Molti degli elettori che li votarono si asterranno. Quel 33% si potrebbe dividere in tre grandi aree: un 10% che voterà per il M5S o un altro partito della coalizione di Sinistra, un 10% che voterà per un partito di Destra, il resto che non andrà a votare. Conte o Di Maio? Mi sembra che Di Maio sia partito meglio, mostrando una maggiore capacità di aggregare. Conte non è un aggregatore nato, Di Maio sì, e questa mi pare la sua arte vincente”.
NICOLA PIEPOLI: “RISCHIAMO IL RITORNO ALLE P38”
Nel prosieguo dell’intervista pubblicata sull’edizione odierna di “Libero”, Nicola Piepoli ha spiegato che Forza Italia nelle ultime elezioni ha sorpreso, con Silvio Berlusconi che ha guadagnato punti, “sufficienti a far capire agli elettori che può combattere. Credo che buona parte del merito vada ad Antonio Tajani, l’unico della sua squadra che in questi decenni è cresciuto davvero”.
Ma la protesta anti-sistema “si manifesta con l’astensione, non col voto ai partiti estremisti. Attenzione, però: potrebbe ripetersi quello che avvenne negli anni di piombo. Tra l’astensione e prendere la pistola per uccidere o ferire qualcuno del ‘sistema’, oppure farlo prigioniero, il passo è breve. Specialmente se c’è miseria che avanza. Bastano poche frange marginali. Quelli che negli anni di piombo scelsero di sparare non erano più di mille, eppure colpirono il Paese al cuore”.