E' morto Nino Benvenuti: la leggenda della boxe aveva 87 anni, è stato introdotto nella Hall of Fame e ha vinto l'oro olimpico a Roma.
È MORTO NINO BENVENUTI, LEGGENDA DELLA BOXE
Una brutta notizia: è morto Nino Benvenuti, leggenda della boxe e certamente tra i nomi più influenti nella storia dello sport italiano. Aveva 87 anni: era infatti nato a Isola d’Istria, che oggi fa parte della Slovenia ma all’epoca era sotto il controllo del Regno d’Italia, il 26 aprile 1938. Come detto, Nino Benvenuti ha fatto la storia della boxe: il suo nome ha incantato e non solo per essere l’unico italiano ad aver detenuto il titolo mondiale, riconosciuto all’unanimità, in due pesi diversi che per lui sono stati i medi e i superwelter. Dall’inizio della carriera ha fatto tantissimo, fino a venire inserito nella International Boxing Hall of Fame: inutile dire che sia stato il primo pugile di casa nostra a riuscirci, ma c’è di più ovvero il fatto che, pur non essendo cittadino statunitense, con leggende del calibro di Rocky Marciano, suo collega, e Joe Di Maggio è stato ammesso nella National Italian-American Sport Hall of Fame.
Nino Benvenuti ha iniziato a combattere da giovanissimo, già a 13 anni; sicuramente il suo grande momento è quello legato alle Olimpiadi 1960, quando l’allenatore dei tempi Natale Rea lo aveva convinto a perdere 4 chili per combattere nei pesi welter e avere più possibilità: detto fatto, Benvenuti arriva in finale e supera il sovietico Jurij Radonjak, vincendo la medaglia d’oro e anche la Coppa Val Barker destinata al pugile tecnicamente migliore. Al secondo posto in quella speciale classifica? Un certo Cassius Clay, come il mondo lo conosceva allora.
LA CARRIERA DI NINO BENVENUTI
L’addio al dilettantisimo per Nino Benvenuti è arrivato con 108 vittorie e una sola sconfitta: per dire, l’unico pugile imbattuto da dilettante è Sugar Ray Robinson che però ha disputato 23 match in meno dell’azzurro. Nino Benvenuti è poi diventato professionista, con i pesi medi; due volte campione italiano con straordinari colpi da ko, fino alla gloria con i titoli mondiali. Tra i passi più importanti della carriera possiamo sicuramente citare il match contro Sandro Mazzinghi, connazionale, il 18 giugno 1965, più volte rinviato anche per un grave incidente d’auto di cui era rimasto vittima il rivale (la moglie era deceduta), i tre con Carlos Monzon già a fine carriera, tutti persi, e la famosissima trilogia con Emile Griffith tra il 1967 e il 1968.
Il primo di questi incontri, vinto al Madison Square Garden di New York, è stato anche riconosciuto come match dell’anno. Nino Benvenuti però, al di là di quanto fatto sul ring, è davvero un personaggio d’altri tempi: è stato uno dei primi, almeno in ambito nazionale, a riuscire a portare la cultura di massa nello sport, unendo ma anche dividendo il pubblico che lo amava o lo odiava. Sicuramente con lui abbiamo perso un grandissimo campione e, anche a distanza di parecchi anni da quando combatteva, un grande campione. Giusto tributarne oggi l’elogio, sperando che la sua memoria non si affievolisca nel tempo.