Nino Di Matteo/ “In politica c’è chi vuole asservire i Pm. Sulla Loggia Ungheria…”

- Carmine Massimo Balsamo

Il magistrato Nino Di Matteo ai microfoni di Piazzapulita: "I riferimenti ad Ardita nel verbale di Amara sono palesemente falsi"

nino di matteo (Piazzapulita)

Dalla Loggia Ungheria ai problemi della magistratura, Nino Di Matteo a tutto tondo ai microfoni di Piazzapulita. Il noto magistrato ha esordito parlando degli ormai famosi verbali di Amara: «Io ho ricevuto il 18 febbraio un plico anonimo, all’interno c’era una lettera anonima di accompagnamento di una stampa di un verbale di interrogatorio della Procura di Milano dell’avvocato Amara, soggetto che non avevo mai incrociato. In questo verbale del dicembre 2019 si faceva riferimento a questa Loggia Ungheria e soprattutto all’appartenenza di Ardita. Questo riferimento era fatto con dettagli, dati e circostanze, e da questi dettagli era subito desumibile che quell’accusa era falsa. Ho capito subito che fosse una bufala il riferimento ad Ardita, i dettagli sono facilmente smentibili».

Nino Di Matteo ha poi evidenziato: «I dettagli sono assolutamente imprecisi e falsi, sia temporali che quelli riferiti all’attività di Ardita, nonché quelli riferiti ai suoi rapporti con altri presunti appartenenti alla Loggia, assolutamente inesistenti. Ardita non è un magistrato qualunque: nella sua attività i poteri li ha sempre combattuti, si è sempre esposto con coraggio e brillantezza. Anche quando era al Dap denunciò tra i primi l’esistenza di accordi non formalizzati tra appartenenti ai Servizi e la direzione del Dap che consentivano ad esponenti dei Servizi di entrare nelle carceri ed avere dei colloqui».

NINO DI MATTEO SULLA LOGGIA UNGHERIA

Sempre a proposito del caso Amara, Nino Di Matteo ha messo in risalto: «Io ho pensato subito a un tentativo di delegittimazione e ad un tentativo di condizionamento della sua attività nel Csm. Ma anche della mia attività, mi sono chiesto perché quel verbale fosse spedito anonimamente a me. Ho subito pensato che dovevo avvertire l’autorità giudiziaria. Ho chiesto io di essere sentito a verbale, in quell’occasione ho appreso che altri verbali erano stati mandati ad alcuni giornalisti. Quando questi verbali hanno cominciato ad essere pubblicati da alcuni giornali, ho pensato che fosse venuto il momento di uscire fuori dal tam tam e prendere la parola al Plenium per spiegare quello che stava accadendo. Sono convinto che dietro ci sia un tentativo di condizionare il Csm». Nino Di Matteo ha poi chiesto che si faccia chiarezza con fermezza: «Io auspico fortemente che l’autorità giudiziaria voglia andare a fondo e venga messa nelle condizioni di andare a fondo. Questa è una storia di una gravità inaudita. Sarebbe grave se questa Loggia esistesse e operasse, sarebbe forse ancora più grave se questa Loggia fosse stata inventata e fossero stati coinvolti esponenti dello Stato e delle istituzioni». Volevano colpire soprattutto il dottor Ardita, ha aggiunto Nino Di Matteo, con il quale si sta tentando di «contrastare alcuni mali diffusi come il cancro nella magistratura, come il carrierismo e la degenerazione correntizia».

NINO DI MATTEO: “IN POLITICA C’É CHI VUOLE ASSERVIRE I PM”

Nel corso della lunga intervista rilasciata a Corrado Formigli, Nino Di Matteo si è soffermato sulla riforma della giustizia: «Io preferirei pronunciarmi nel momento in cui potrò leggere queste proposte di modifiche, che sono conosciute per il momento tramite la stampa. Io sono certo che in questo momento di grande difficoltà della magistratura, ci può essere una parte della politica che può anche tentare di approfittare del momento per regolare i conti e fare delle riforme per rendere il pm collaterale e asservente rispetto al potere politico». Nino Di Matteo ha aggiunto: «Noi in questo momento come magistratura dobbiamo ammettere che siamo in difficoltà e dovremmo reagire prima di tutto noi a quei mali endemici. Io credo di poter dire che da sempre c’è una parte, non dico tutta, della politica che sogna di ridimensionare il potere del pm e in generale il controllo di legalità della magistratura».







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