Nobel Pace 2021 “social diffondono virus bugie”/ Maria Ressa: “manipolano le menti”
La vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2021, Maria Ressa, parla della crisi del giornalismo e della libertà di parola nel mondo: “social diffondono virus della bugia e manipolano menti”

Assieme a Dmitry Muratov, Maria Ressa condivide il Premio Nobel per la Pace 2021 ricevuto da pochissime settimane: tra le prime interviste da “premiata”, la giornalista filippina da decenni in lotta con il regime Duterte lancia un monito contro le storture e le “fake” che ogni giorno appaiono sui social network.
«I social media diffondono il virus delle bugie: una minaccia per tutte le democrazie», ha spiegato la cronista co-fondatrice del sito di inchieste “Rappler”, intervenuta al Sydney Dialogue dell’Australian Strategic Policy Institute. La vincitrice del Nobel 2021 ha poi evidenziato, con tanto di dati, come le piattaforme social possono arrivare anche a «manipolare le nostre menti, creando realtà alternative, rendendoci impossibile pensare». E attenzione al concetto spesso “abusato” della libertà di parola: secondo quanto riportato dal “Guardian”, Ressa nel suo speech osserva «È una questione di libertà di accesso, non di libertà di parola. C’è qualcosa di sbagliato nell’ecosistema delle informazioni perché le piattaforme che forniscono i fatti sono in realtà prevenute contro i fatti».
IL NOBEL E LE FAKE NEWS
Ma il problema delle fake news, come ben sappiamo ormai, non è un problema solo di alcuni regimi illiberali (o peggio, liberticidi) ma anche nel civilissimo Occidente nonostante la piena presenza della libertà di parola e di stampa vi sono problematiche quotidiano in merito alle cosiddette “bufale”. Ecco che Maria Ressa entra anche qui a ‘gamba tesa’ sull’argomento: «nessuna democrazia è immune da minacce. Penso che le piattaforme tecnologiche abbiamo mostrato quanto sia facile usare la tecnologia per manipolare la biologia umana». È anche per questo che, secondo la vincitrice del Premio Nobel per la Pace, il mondo intero avrebbe bisogno di urgenti misure da adottare per proteggere il più possibile le proprie ed altrui democrazie. Lo stesso premio assegnatole ha avuto il pregio di “manifestare” la portata della crisi del giornalismo e dell’informazione in giro per il mondo: «L’ultima volta che un giornalista ha ricevuto questo premio era il 1936, e il vincitore non è riuscito ad ritirarlo, rimanendo chiuso in un campo di concentramento nazista». Ressa parla del grande Carl von Ossietzky, un cronista tedesco che vinse il premio Nobel per la Pace nel 1935 ma non potè purtroppo mai ritirarlo.
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