Lucio Marzo, il giovane che uccise Noemi Durini, resta in carcere: l'istituto di Bollate smentisce la notizia della concessione della semilibertà
È stata smentita dal carcere di Bollate la notizia secondo cui a Lucio Marzo, condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio di Noemi Durini, sarebbe stata concessa la semilibertà. Il giovane dunque rimane in cella. L’avvocatessa Valentina Presicce, legale della famiglia di Imma Izzo, la mamma della vittima, è stata avvertita nelle scorse ore, in modo da potere comunicare qual è il reale stato del detenuto alla famiglia.
A commentare quanto accaduto nelle scorse ore è stata anche la Garante regionale delle persone private della libertà personale della Sardegna, Irene Testa: “Si tratta certamente di un ragazzo che ha sbagliato ma che sta pagando le sue colpe. Marzo ha fatto un buon percorso di reinserimento di 6 anni in un minorile ed è trasferito in un carcere per adulti a seguito di un’infrazione commessa durante un permesso premio, la scorsa estate. Accanirsi in questa maniera – ha affermato in riferimento alla notizia poi rivelatasi infondata della concessione della semilibertà – è puro accanimento nei suoi confronti”.
Lucio Marzo, cosa è successo all’assassino di Noemi Durini
È nuovamente in semilibertà Lucio Marzo, il giovane condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio di Noemi Durini avvenuto nel 2017. Il beneficio, ora ripristinato secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, era stato sospeso perché, lo scorso agosto, Marzo fu trovato al volante, in stato di ebbrezza, in violazione delle disposizioni del magistrato di sorveglianza che gli vietavano la guida di qualsiasi mezzo a motore.
Nel settembre successivo era scattato il trasferimento dal penitenziario minorile di Quartucciu al carcere Bancali di Sassari, dove attualmente è detenuto, a seguito di una istanza avanzata dall’avvocato Valentina Presicce, legale della madre di Noemi Durini, Imma Rizzo, che evidenziava l’incompatibilità della condotta di Marzo, oggi 24enne, con un regime detentivo per minorenni. Poche ore fa avrebbe riottenuto il permesso di uscire dal carcere per lavorare. “Lo Stato – ha dichiarato la madre di Noemi Durini – non rende giustizia alle anime innocenti, come mia figlia, uccise da chi diceva di amarle e proteggerle. E invece continuano i femminicidi, perché mancano pene certe e severe“. Il suo avvocato avrebbe inoltrato richiesta di chiarimenti al Dap, al Ministero della Giustizia e al Tribunale di Sorveglianza di Sassari in merito al ripristino della semilibertà.
La madre di Noemi Durini dopo il ripristino della semilibertà per Lucio Marzo: “Sconcertante”
“Sapere che l’assassino di mia figlia è di nuovo libero di uscire dal carcere è sconcertante e allucinante, è l’ennesima beffa, ma io e il mio avvocato non ci fermeremo davanti ad uno Stato che tutela gli assassini, ai quali concede ogni tipo di beneficio e premio. Mi batterò affinché mia figlia Noemi abbia giustizia vera“. Sono le parole di Imma Rizzo, madre di Noemi Durini, a commento del ripristino della semilibertà per il 24enne Lucio Marzo – minorenne all’epoca dei fatti – che il 3 settembre 2017 uccise la ex fidanzata 16enne. Un delitto efferato nel quale, secondo la ricostruzione, la vittima morì dopo essere stata colpita con ferocia e sepolta viva sotto un cumulo di pietre a Castrignano del Capo (Lecce).
Oggi Marzo, condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio, può nuovamente uscire dal carcere per lavorare dopo la sospensione del permesso nell’agosto scorso. Trovato alla guida di veicolo nonostante le disposizioni del magistrato di sorveglianza, era risultato anche positivo all’alcoltest. Il giovane sconta la pena in Sardegna all’esito del processo a suo carico per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dalla premeditazione e dai futili motivi.