scuolaLa riapertura delle scuole il 7 gennaio potrebbe essere prematura e pericolosa. A lanciare l’allarme è Giovanni Sebastiani, matematico dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac). «Da circa dodici giorni siamo in una fase di crescita dei contagi che sembra essere di tipo esponenziale, come a febbraio-marzo e ottobre», ha dichiarato nell’intervista rilasciata al Dubbio. Il suo consiglio è, quindi, quello di posticipare il rientro a scuola per la didattica in presenza. Peraltro, non è chiaro l’effetto delle restrizioni adottate durante le festività. «Cominceremo ad avere una stima dalla fine della prima settimana di gennaio».
Il problema per Sebastiani è che il Governo è intervenuto troppo tardi. «Bisogna agire quando i numeri sono ancora bassi, altrimenti poi si rischia, come è avvenuto, di perdere il controllo del tracciamento». Il matematico ha spiegato, infatti, che i contagi sono ripartiti da fine settembre, ma il primo Dpcm è quello del 13 ottobre, che andava anticipato almeno di una settimana. «Secondo alcune mie simulazioni, un lockdown ritardato di quindici giorni può portare al raddoppio del numero dei contagiati e dei morti».
SEBASTIANI SU TREND CURVA E REBUS SCUOLA
Per Giovanni Sebastiani bisognerebbe procedere con un «confinamento programmato». Questo vuol dire che quando l’incidenza aumenta oltre una certa soglia, bisogna applicare misure dure per un periodo di 7-10 giorni, con il Governo pronto a supplire alla mancanza di introiti delle attività chiuse. Il trend della curva comunque non è uguale dappertutto. La discesa si registra solo per la provincia di Bolzano. Al Dubbio il matematico ha parlato anche di quella dei ricoverati in terapia intensiva: ci sono regioni dove la diminuzione è in frenata (Liguria, Lazio e Sicilia), altre in stati (Emilia-Romagna, Marche, Calabria, Molise e provincia di Trento), mentre in Veneto il trend è in aumento.
Sul vaccino e in particolare quando verrà raggiunta l’immunità di gregge, invece, è impossibile fare spingersi oltre: «Penso che chi fa queste previsioni stia dando i numeri al Lotto: ci sono troppo fattori incogniti, tra cui l’efficacia dei vaccini per non trasmettere l’infezione». Ciò che possiamo però aspettarci per gennaio e febbraio dipende dall’apertura delle scuole. «La riapertura della scuola a settembre ha già influito molto sulla ripresa dei contagi a ottobre. A gennaio avremo inoltre anche una maggior circolazione di questo virus e di quelli dell’influenza», ha concluso Sebastiani.