Nella giornata di oggi il ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato intervistato durante la diretta del programma di Rai 3 Re Start, con il quale ha parlato della sua lunghissima battaglia per completare la riforma della giustizia che dovrebbe portare alla separazione delle carriere all’interno della magistratura: un argomento che non piace soprattutto all’ANM – e ci riferiamo qui alle parole del presidente Parodi – che lamenta uno svuotamento del potere per i magistrati e una maggiore debolezza per i cittadini; con una tesi che Nordio da sempre rigetta fermamente, sostenendo che si otterrebbe esattamente l’effetto opposto.
Partendo proprio da qui, il ministro Carlo Nordio conferma per l’ennesima volta che “il mio obiettivo è completare la riforma della giustizia”, sostenendo che “la separazione delle carriere è coerente al processo accusatorio anglosassone che abbiamo introdotto nel 1988, che esiste in tutti i paesi che hanno questo tipo di processo”: si tratterebbe, insomma, di “una conclusione logica”; mentre, a suo avviso, il timore dei magistrati è legato “al sorteggio del CSM e alla creazione dell’alta corte di giustizia che emetterà i giudizi disciplinari” ora disposti “internamente alle correnti”.
Entrando nel merito di quest’ultima affermazione, il ministro Carlo Nordio ha spiegato che di fatto, con la sua riforma, “la magistratura sarà più libera perché sarà liberata dall’ipoteca delle correnti” che gli stessi membri dell’ANM “hanno criticato con termini molto duri”: il tema è che le correnti “sono nate come forma di aggregazione culturale, ma si sono trasformate in centri di potere“, al punto che ad oggi sono facilmente paragonabili “ai partiti per il governo” e, in tal senso, il timore dei magistrati secondo Nordio è che “si sentirebbero spogliati dai loro referenti” interni alle correnti.
Il ministro Carlo Nordio: “Abbiamo in mente alcune riforme per rendere la giustizia più rapida”.
Ragionando poi sul perché i cittadini non abbiano alcuna fiducia nei confronti della giustizia, il ministro Carlo Nordio spiega che, a suo avviso, è legata alle “poche risorse” concesse dai governi perché la giustizia “non dà consensi politici ed elettorali”, unitamente al fatto che “abbiamo 1500 magistrati in meno che alimentano la lentezza”, senza dimenticare “il tema delle leggi e delle procedure che andrebbero tutto sommato rifatte perché rendono infiniti i processi”.
In tal senso, il ministro Nordio ci tiene a ricordare che “per la prima volta noi entro il prossimo anno colmeremo [la] lacuna” dei magistrati vacanti, così come intende anche “rifare il codice delle procedure penali per riportarle alle originali caratteristiche” e superare finalmente quel “codice penale (…) firmato da Mussolini e dal Re”; mentre, dal punto di vista delle procedure penali, sarà anche propedeutica “la riforma costituzionale che stiamo facendo adesso” e che riuscirà complessivamente a rendere “i processi molto più snelli e rapidi”, citando anche la già attuata “eliminazione di alcuni reati” da parte del governo, come “l’abuso d’ufficio che intasava i tribunali”.