Il coronavirus ha provocato una gravissima crisi sanitaria e di riflesso, una crisi economica senza precedenti. Numerose le realtà che hanno visto il proprio incasso ridotto in maniera importante, a cominciare dalle aziende di pompe funebri della Norvegia. Potrebbe sembrare una barzelletta ma numerose ditte del settore hanno chiesto aiuto alle autorità a causa… dei pochi morti. Proprio così perchè nel paese scandinavo le misure di lockdown varate per contenere l’epidemia di covid-19 hanno permesso di ridurre i contagi fra la popolazione, e nel contempo, di diminuire il numero delle morti rispetto alla media annuale. In poche parole, la quarantena ha tenuto al riparo numerose persone, soprattutto anziani, da virus stagionali, che avrebbero invece potuto essere loro fatali. A darne notizia nelle scorse ore è stata l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, che sottolinea come una dozzina di pompe funebri si sia rivolta allo Stato chiedendo aiuti economici.
NORVEGIA, POMPE FUNEBRI IN CRISI: “10 MORTI A MARZO, DI SOLITO ERANO 30”
Fra queste anche l’azienda della famiglia Lande, da tre generazioni leader del settore, che intervistata dall’agenzia Afp ha spiegato: “A quanto pare – le parole di Erik Lande – le misure imposte per contrastare il coronavirus sono state efficaci anche su altri virus, al punto che alcune delle persone anziane che in circostanze normali sarebbero decedute sono invece ancora vive”. Ogni mese l’azienda della famiglia Lande gestisce di media 30 cerimonie funebri, ma a seguito dell’introduzione delle misure restrittive anti-covid, il numero di decessi è precipitato nel mese di marzo a 10 cerimonie, un terzo esatto rispetto allo stesso periodo negli anni precedenti. La cosa curiosa è che in nessuno dei dieci casi si è trattato di un decesso per via del coronavirus. Una vicenda, sottolineano i colleghi de Il Fatto Quotidiano, che potrebbe tranquillamente ricordare un episodio della serie tv Six Feet Under, dove protagonista è proprio un’azienda di pompe funebri, ma che è invece la nuda e cruda realtà.