Negoziati sul piano nucleare Iran, gli Usa vogliono offrire a Teheran una alternativa per conservare la funzionalità dei reattori e l’importazione di uranio esclusivamente a fini energetici e civili con un piano che prevede la rinuncia al programma di arricchimento per lo sviluppo di armi atomiche. Un compromesso anticipato dal quotidiano Wall Street Journal, che sarà proposto durante il prossimo incontro in Oman, durante il quale si continuerà a discutere delle condizioni per raggiungere un accordo, alternativo a quello iniziale che invece prevedeva lo smantellamento totale di tutte le strutture, proposto dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.
Il segretario di Stato Marco Rubio aveva già ipotizzato questa possibilità, parlandone in un podcast con The Free Press, nel quale aveva dichiarato: “L’amministrazione Trump è pronta a consentire all’Iran di avere un programma nucleare civile e pacifico come quello portato avanti da molti altri paesi nel mondo, per il quale l’unica fonte di approvvigionamento dovrà essere costituita da materia prima già arricchita ai minimi di 3,6% e acquistata esclusivamente all’estero“.
Piano nucleare Iran, Usa propongono di mantenere reattori per uso civile e rinunciare al programma di arricchimento uranio
Durante il prossimo incontro per i negoziati sul piano nucleare Iran, gli Usa proporranno di mantenere i reattori e consentire ulteriori forniture di uranio nei limiti consentiti dalla legge internazionale a patto che Teheran rinunci al programma per costruire armi nucleari e accetti di acquistare la materia prima da fornitori esteri. Come sostengono alcune fonti citate dal Wall Street Journal, il nuovo accordo, così come è stato anticipato, potrebbe fallire, perchè già all’inizio dei colloqui i funzionari iraniani avevano escluso qualsiasi clausola che avrebbe imposto una totale dipendenza dalle importazioni.
Limite che in questo caso entrerebbe in vigore visto il divieto di proseguire con il precedente sistema di arricchimento. Un progetto che ha già permesso al paese di raggiungere una produzione di uranio arricchito al 60%, che come ha confermato il direttore dell’agenzia per l’energia atomica Rafael Gorssi, può già tranquillamente essere trasformato in armi.