Pichetto Fratin sul ritorno del nucleare in Italia: "Scelta obbligata, rinnovabili non bastano con domanda crescente. Su interventi per caro bollette..."

PICHETTO FRATIN SUL RITORNO DEL NUCLEARE

L’Italia non ha scelta sul nucleare: il suo ritorno è indispensabile, secondo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio dei ministri ha autorizzato il disegno di legge delega che definisce i nuovi pilastri per la produzione e la gestione del nucleare, oltre allo smantellamento dei vecchi impianti, alla gestione dei rifiuti radioattivi e alle attività di ricerca.



Per l’esponente di Forza Italia, in ballo c’è la crescita del Paese. Nell’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro ha lanciato un appello al Parlamento, sottolineando la necessità di lavorare alle norme di attuazione per completare il quadro giuridico sul ritorno del nucleare.

L’auspicio di Pichetto Fratin è che “ci sia una discussione non ideologica”, ma concentrata sulle esigenze reali dell’Italia, poiché il benessere futuro passa anche attraverso l’energia.



Interno della centrale nucleare di Dukovany, Repubblica Ceca (Ansa)

Attualmente il Paese consuma circa 310 miliardi di kilowattora, a fronte di una produzione media di 260 miliardi; il gap viene dunque colmato con importazioni dall’estero. Considerando che la domanda è destinata a crescere nei prossimi anni, muoversi anzitempo è cruciale anche sotto il profilo economico.

LE VECCHIE CENTRALI E GLI SCENARI FUTURI

Il governo Meloni punta sulle rinnovabili, assicura il ministro, ma “da sole non bastano”, soprattutto perché occorre nel frattempo ridurre l’uso del gas e abbandonare il carbone. Se l’esecutivo — e lo stesso Pichetto — non intendono smantellare le vecchie centrali, il motivo è strategico e legato alla sicurezza energetica: “Basta un incidente per fermare tutto”. Le centrali, dunque, rappresentano uno “strumento di sicurezza nazionale”, pur con la speranza di non doverne mai ricorrere all’uso.



Energia solare (Foto Pixabay)

Riguardo al nucleare, l’obiettivo resta la fusione, una tecnologia tuttavia ancora lontana. Nel breve periodo, è necessario puntare su piccoli reattori a fissione, che occupano spazi ridotti, a differenza delle superfici richieste dal fotovoltaico per garantire la stessa produzione energetica.

Altro tema delicato è quello del caro energia, su cui il ministro sta lavorando insieme al resto della maggioranza. Nell’intervista a La Stampa ha confermato che si sta studiando come ridurre il costo delle bollette, in particolare in collaborazione con il MEF, “tenendo conto degli equilibri del bilancio dello Stato”.