Uno degli esperti più autorevoli in tema di nucleare, l’americano Stephen Schwartz, ha affrontato la delicata questione sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano” in edicola sabato 5 novembre 2022. Secondo l’uomo, gli USA starebbero accelerando sull’argomento: “La scorsa settimana il think tank Carnegie Endowment for International Peace ha tenuto una conferenza sulla politica nucleare internazionale, e c’era una sessione sulla Nuclear Posture Review. La mia sensazione è che l’accelerazione sia un tentativo di rassicurare i Paesi Nato che noi abbiamo armi nucleari capaci di contrastare qualsiasi cosa la Russia decida di tirarci addosso”.
Le nuove armi nucleari tattiche sono essenzialmente “uguali a quelle vecchie. Quello che è cambiato è la precisione: potranno colpire obiettivi con una precisione di qualche decina di metri, invece che centinaia e, se di potenza limitata, potranno creare un danno collaterale minore. Da molto tempo sono preoccupato per questo tipo di armi, perché nella testa di militari e leader politici, sono viste come più utilizzabili di quelle vecchie. Sono piccole, precise, quindi militari e politici pensano che potrebbero essere usate in quanto non creano danni enormi”.
NUCLEARE, STEPHEN SCHWARTZ: “ESCALATION NUCLEARE IN UCRAINA È POSSIBILE”
Nel prosieguo del suo intervento su “Il Fatto Quotidiano”, Schwartz ha manifestato tutta la sua preoccupazione circa la possibilità che la guerra in Ucraina possa portare a un conflitto nucleare tra gli Stati Uniti d’America e la Russia: “È una eventualità significativa. E può succedere per tante ragioni. Nonostante i nostri piani, potremmo ritrovarci a usarle senza volerlo. E questo è ancora più inquietante. Quando c’è molta incertezza e nessuna delle due parti comunica, le cose possono finire molto male, molto presto”.
In tal senso, Schwartz ricorda: “Siamo stati fortunati nell’ottobre di 60 anni fa, in cui, nella crisi dei missili di Cuba, le armi nucleari non furono usate. Ma la fortuna non è una strategia a lungo termine, quando si tratta di sopravvivenza di una nazione e del mondo. Prima o poi, la fortuna finisce”.