L'Etna si risveglia con una eruzione: boato, crollo e fuga dai sentieri. Cenere fino al cielo, ma Catania sorride tra ironia e sollievo.
Catania – Nelle prime ore del mattino di ieri, l’Etna, il gigante che domina l’isola siciliana, nonché il vulcano più alto e attivo d’Europa, ha ripreso la sua intensa attività eruttiva dal cratere di sud-est. L’evento è stato accompagnato da un repentino incremento del tremore vulcanico, segnale inequivocabile di una fase più energica rispetto alle precedenti. Un fenomeno consueto, a cui gli abitanti dell’isola sono abituati, ma che questa volta ha assunto connotati ancor più spettacolari e inquietanti.
A rendere questa manifestazione naturale particolarmente memorabile è stato il crollo di una porzione del fianco settentrionale del medesimo cratere, che ha dato origine a una colossale colonna di cenere e materiale piroclastico, visibile a chilometri di distanza.
Una visione che ha incantato gli osservatori, ma anche generato apprensione e timore, soprattutto tra i turisti presenti nella zona. Molti escursionisti, colti di sorpresa, sono stati evacuati e hanno abbandonato in fretta e furia i sentieri vulcanici. La meraviglia e l’ammirazione sono diventati in men che non si dica il fuggi fuggi generale.
Un’esplosione di tale portata, secondo quanto riferito dall’INGV, non si registrava dal febbraio 2021. Nel giro di poche ore, la notizia ha invaso il web: foto e video dell’eruzione hanno riempito le piattaforme social, mentre le principali testate giornalistiche di tutto il mondo hanno riportato l’evento con grande enfasi.
A rendere tutto più leggero sono stati i tipici commenti siciliani dal tono ironico, come “si ni calau a muntagna”, un classico motto che i siciliani utilizzano a ogni episodio eruttivo per enfatizzare la preoccupazione, comparandola a uno scenario da film apocalittico. Altri si sono affidati a battute come “subito scupa e paletta”, strumenti sempre a portata di mano, o “aveva assai”, un modo antifrastico per esprimere la frustrazione di dover ciclicamente fare i conti con lo stesso problema.
Fortunatamente non si registrano vittime né feriti, e tutti coloro che si trovavano nei pressi del vulcano sono riusciti ad allontanarsi senza conseguenze. L’aeroporto di Catania ha limitato solo parzialmente la sua operatività, ma ora i voli sono stati ripristinati.
Mentre scriviamo, il tremore vulcanico sembra aver subito un netto calo, consentendo agli esperti e alla popolazione di poter tirare un sospiro di sollievo.
I bravi catanesi si immaginavano già a tirar fuori dalla cantina la loro ramazza, intenti a spazzare quintali di cenere dai balconi, a dover fare i conti con colpi di tosse provocati dalla cenere vulcanica o, perché no, a ritrovarsi sommersi da un’enorme colata lavica, urlando “si salvi chi può!”. Turbolenti e impulsivi, proprio come il loro vulcano.
Per il resto, si sa, l’Etna, per quanto possa incutere timore, resta un autentico spettacolo della natura: ogni sua eruzione, seppur carica di incognite e sgomento, regala anche scenari mozzafiato da immortalare. Ciò rafforza il legame profondo che i catanesi hanno con il “loro” vulcano. Per una volta, la sua meraviglia ha superato di gran lunga tutti i disagi.