Nuovo digitale terrestre/ Fondi non sufficienti per le famiglie: ecco la soluzione
Il nuovo digitale terrestre presenterà delle bande di MHz non supportate in alcuni dispositivi o TV. Ecco dunque, la possibile soluzione

L’Italia – così come già annunciato in precedenza – è pronta all’era del nuovo digitale terrestre. Ciò che probabilmente “non va bene”, è l’adeguamento necessario per molte famiglie italiane, che dovrebbero attrezzarsi di un decoder DVB T2 o di un televisore compatibile con le nuove bande.
Il refarming prevede che vengano propagati 700 MHz per sfruttare al meglio la rete 5G. Ciò significa che ben presto potremo dire addio alla quasi vecchia codifica MPEG–4 e dare il benvenuto alla nuova codifica HEVC (DVB–T2).
Nuovo digitale terrestre: cosa sappiamo al riguardo
Ad intervenire sulla vicenda relativa al nuovo digitale terrestre è Francesco Angelo Siddi, un giornalista e sindacalista italiano, Presidente di Confindustria Radio Televisioni, il quale ha inviato una lettera a Giancarlo Giorgetti (Ministro dello sviluppo economico della Repubblica Italiana), che gli emittenti televisivi (broadcaster) hanno portato a termine il loro compito.
L’obiettivo (rispettato e raggiunto entro il mese di giugno 2022), era quello di rilasciare le nuove frequenze che son passate da 694 a 790 MHz. A parte l’esigenza di fare un update dell’impianto TV e della risintonizzazione, lo step è stato raggiunto senza grossi sacrifici.
Il passaggio più critico sarà convertirsi allo standard DVB T2, poiché costringerà molte famiglie a cambiare decoder o addirittura, televisore.
Secondo la società Ipsos Group S.A, che si occupa di analizzare il mercato, ha rivelato che quasi 7 milioni di famiglie italiane hanno una TV che si adatta allo standard DVB-T.
Ciò comporterà inevitabilmente, di chiedere che il Governo aggiunga ulteriori 200 milioni di euro ai bonus per il nuovo decoder digitale. Confindustria Radio e TV ha fatto sapere che per soddisfare le esigenze delle famiglie italiane, occorrerebbero minimo 40 milioni di euro per far sì che il Governo possa consegnare i decoder a domicilio ai cittadini con età superiore o uguale a 70 anni.
Come requisito vi è anche quello reddituale, la cui previdenza sociale dev’essere pari o minore di 20.000 annui.
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