«Quello che mi aspetto è che l’impatto della variante possa far crescere la curva, quindi mi aspetto che altre regioni vadano verso il rosso con ordinanze di natura restrittiva. Le misure dobbiamo adeguarle all’andamento della curva epidemiologica e valuteremo di giorno in giorno l’andamento della curva», spiega il Ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo a “Mezz’ora in più” su Rai 3.
A dispetto della richiesta di lockdown immediato proposto dal suo stesso consulente Walter Ricciardi, il titolare della Sanità si limita a sottolineare «Questo mese è complicato, bisogna dire come stanno le cose. Le varianti del virus hanno prodotto una nuova fase di accelerazione dell’epidemia. Secondo una relazione dell’Iss, la variante inglese riesce a diffondersi con una maggiore velocità, tra il 35 e il 40%, rispetto al ceppo originario. Almeno il 54% dei casi riscontrati in Italia è legato a questa variante». Tremendi i dati riportati dalla Coldiretti invece sulle chiusure dettate dai Dpcm sui locali della ristorazione: da domani 8 marzo secondo le stime della Coldiretti saranno chiusi 2 ristoranti su 3 in tutto il Paese, «La possibilità di apertura serale a cena vale l’80% del fatturato di ristoranti, pizzerie ed agriturismi duramente provati dalla chiusure forzate».
VERSO DIVIETI PIÙ SEVERI
Tra una settimana, dunque, come riportato nella mattinata di oggi da “Il Corriere della Sera”, l’Italia potrebbe vedere emanato un nuovo DPCM da parte del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Sarebbe il secondo dal suo insediamento a Palazzo Chigi e potrebbe contenere grossomodo le analoghe restrizioni contenute nel provvedimento adottato a suo tempo dall’ex premier Giuseppe Conte in prossimità delle festività natalizie, con forti limitazioni tutti i fine settimana e l’anticipo del coprifuoco alle 20, mantenendolo poi in vigore sino alle 5 del mattino, come attualmente già accade.
Peraltro, l’andamento dei contagi ha fatto registrare una pericolosa risalita e non è esclusa, in tal senso, l’ipotesi di un nuovo lockdown generale, sulla falsa riga di quello vissuto dal nostro Paese esattamente un anno fa. Al momento il Comitato tecnico scientifico (Cts) non ha presentato una richiesta ufficiale in tal senso, ma comunque ha sottolineato la gravità dello scenario epidemiologico attuale, chiedendo a Draghi di introdurre divieti più severi, che potrebbero anche coinvolgere i centri commerciali ubicati laddove sia stato decretata la chiusura delle scuole. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
NUOVO DPCM IN ARRIVO?
Ieri è entrato in vigore il nuovo Dpcm con regole valide fino al 6 aprile ma tra una settimana già potrebbe cambiare: l’ipotesi (nefasta) viene riproposta ancora stamane dal Corriere della Sera, a consueta firma Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini. Secondo le fonti del Comitato Tecnico Scientifico e del Ministero della Salute, se dopo 7 giorni dall’applicazione delle regole la curva epidemiologica del Covid non si arresterà, potrebbero entrare in vigore nuove regole più stringenti ancora di quelle attuali. Il tema delle varianti resta l’allarme principe nel Governo, con la crescita di ricoveri e contagi che non lascia tranquilli al Ministero: si valuta dunque il passaggio in zona rossa immediata e automatica a fronte di un contagio settimanale di 250 persone ogni 100mila abitanti. Il criterio dell’incidenza che al momento rende possibile l’adozione del lockdown da parte delle Regioni laddove vi sia superata questa soglia, secondo il Cts dovrebbe invece essere reso obbligatorio a livello centrale, dunque con l’applicazione di una modifica al nuovo Dpcm 6 marzo-6 aprile. Insomma, non più “solo” scuole chiuse nelle aree più a rischio ma veri e propri lockdown locali con ogni attività chiusa e il divieto di uscire di casa (se non per i consueti comprovati motivi). Il Viminale prova a stringere ancora di più la vite della “movida” provando a impedire gli accessi ai possibili luoghi di ritrovo nei centri delle grandi città, ma si valuta al Ministero anche l’estrema ratio del lockdown nazionale nei fine settimana (come avvenne a Natale, ndr) o l’ancor più duro anticipo del coprifuoco alle ore 20.
NUOVO DPCM, LE PAROLE DI SPERANZA
«La seconda ondata non è mai finita, assistiamo a una ripresa molto forte dovuta all’impatto delle varianti, che ci sta portando a misure sempre più restrittive sui territori», spiega il Ministro della Salute Roberto Speranza intervistato oggi dal Corriere della Sera. In vista di possibili nuove restrizioni in un finora solo ipotetico nuovo Dpcm prossimo, il titolare della Sanità non smentisce né conferma l’uso di coprifuoco anticipato o peggio di lockdown nazionale, «Abbiamo confermato il modello per fasce perché ci sono situazioni geografiche molto diverse. È chiaro che monitoreremo giorno per giorno l’evoluzione epidemiologica, adattando le misure alla luce delle varianti». Serve vaccinare di più e serve farlo meglio, ma per Speranza comunque l’esperienza di Arcuri non è stata un fallimento «va ringraziato per il lavoro straordinario fatto. Se oggi abbiamo mascherine e respiratori e abbiamo fatto 186 mila vaccinazioni in un giorno è anche merito suo». Per il Ministro serve continuità tra Conte e Draghi sul fronte chiusure e ma mantenendo il criterio per l’esponente Leu fondamentale del diritto alla salute come primo elemento: «Ogni scelta di didattica a distanza (per le scuole, ndr) comporta sofferenza, ma c’è una recrudescenza significativa del virus, la variante inglese è molto più rapida soprattutto nelle generazioni più giovani».