La Commissione europea intende rendere obbligatorie le sanzioni legate alla tratta degli esseri umani. Come affermato dal commissario Ue per gli Affari Interni, Ylva Johansson, si tratta di un fenomeno che miete all’anno 7mila vittime nel solo Vecchio Continente. Così, lunedì 19 dicembre la Commissione europea ha deciso di rafforzare il suo arsenale per arginare il fenomeno, mettendo mano alla direttiva che risale al 2011. Innanzitutto, scrive “Le Monde”, Bruxelles mira ad ampliare la definizione di tratta di esseri umani, prendendo in considerazione i casi di matrimonio forzato e di adozioni illegali.
Con l’approvazione di questo emendamento, i 27 Paesi dell’UE sarebbero obbligati a “criminalizzare queste pratiche nel loro diritto nazionale in quanto come elementi costitutivi della tratta di esseri umani”. La Commissione propone inoltre all’UE-27 e al Parlamento, che dovranno negoziare il testo, di fare esplicito riferimento ai reati di tratta di esseri umani commessi o facilitati attraverso piattaforme internet e altri social media. In base agli ultimi dati disponibili, risalenti al 2019 e al 2020, “quasi 15mila persone sono sospettate di tratta di esseri umani negli Stati membri, solo 6mila vengono perseguite e 3mila condannate – ha asserito Johansson –. Questo è un fallimento per le autorità europee. L’Ue deve dotarsi di norme più severe per prevenire e combattere la tratta di esseri umani e proteggere le vittime. Non possiamo permettere che gli utenti dei servizi derivanti dallo sfruttamento delle vittime, a conoscenza di questi reati, rimangano impuniti”.
“OBBLIGO SANZIONI CONTRO TRATTA ESSERI UMANI”: IL PARERE DI SUZANNE HOFF
Suzanne Hoff, coordinatrice internazionale di “La Strada International”, una rete di ONG europee che combatte la tratta di esseri umani, ha detto a “Le Monde” che una “disposizione vincolante dovrebbe essere evitata. Sembra avere un impatto molto limitato su questo fenomeno. È molto difficile condannare le aziende che sfruttano direttamente o indirettamente gli esseri umani. Riteniamo che le autorità di ciascun Paese debbano impegnarsi per applicare queste sanzioni. Più in generale, di fronte alla proposta di direttiva più severa, le ONG chiedono di prestare maggiore attenzione alle vittime. I diritti delle vittime andrebbero rafforzati”.
Per quanto riguarda le imprese e il lavoro forzato, nella revisione della normativa contro la tratta degli esseri umani la Commissione propone all’UE-27 di aumentare il bacino delle mosse a propria disposizione: “Le sanzioni previste comprendono la privazione di sussidi pubblici o la chiusura temporanea o definitiva degli stabilimenti in cui è stato commesso il reato di tratta”.