Una ragazza italo-marocchina è stata condannata a tre anni di carcere per aver definito su Facebook un versetto del Corano «del whiskey». Nello specifico, il versetto coranico Kautar, quello in cui i musulmani vengono obbligati al sacrificio, è stato ribattezzato «versetto del whiskey» e per questo motivo la giovane è stata accusata di aver offeso in maniera pubblica l’Islam. La vicenda risale al 2019 e ha avuto di recente l’epilogo con il trasferimento in carcere, a Marrakech, della studentessa 23enne. La ragazza, iscritta all’università di Marsiglia, lo scorso 20 giugno è stata bloccata all’aeroporto di Marrakech, dove era atterrata dalla Francia per raggiungere la famiglia che vive in Marocco.
Nata nel 1998 a Vimercate, dove si erano trasferiti i genitori all’epoca, la 23enne è cresciuta in provincia di Monza, ma per gli studi universitari ha poi optato per Marsiglia, dove è iscritta al corso di giurisprudenza. Arrivata in Marocco, però, è stata bloccata alla dogana aeroportuale dalla polizia di frontiera.
23ENNE ITALO-MAROCCHINA IN CARCERE PER POST FACEBOOK
La ragazza, che ha doppio passaporto, avrebbe mostrato solo i documenti marocchini, secondo quanto riportato da Rai News. Dunque, è stata fermata in quanto marocchina e quindi musulmana, perché avrebbe offeso pubblicamente l’Islam. La 23enne ha trascorso una settimana a casa dei genitori, in attesa dell’udienza di primo grado. Il 28 giugno è arrivata la sentenza di condanna a 3 anni e mezzo e al pagamento di una multa di 50mila dirham, quindi circa 4.800 euro. La ragazza è finita in carcere, nella città dove avrebbe dovuto trascorrere le vacanze per la festa del sacrificio che cade il 21 luglio. Armando Barucco, ambasciatore italiano a Rabat, ha assicurato che sta seguendo il caso, «che è particolarmente delicato». Intanto il Consolato italiano onorario di Marrakech è in contatto con la famiglia della 23enne, sta provando a raccogliere informazioni in attesa di comunicazioni ufficiali da parte del Marocco. La notizia della condanna, comunque, è stata pubblicata dal Ministero della Giustizia marocchino in lingua araba.