Omar Hashi Hassan, l’uomo che ha trascorso 17 anni in carcere per l’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin e poi è stato assolto e scarcerato nel processo di revisione a Perugia, è morto in seguito ad un’esplosione in Somalia. La conferma è arrivata su Twitter dal sito di notizie indipendente Garowe Online.
Secondo quanto riportato dalle autorità locali, l’uomo ha perso la vita a causa di una bomba inserita sotto la sua vettura. In corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e per individuare i responsabili, ma l’avvocato italiano di Omar Hashi Hassan, il legale Antonio Moriconi, è sicuro: “Sono stati i terroristi islamici, nessun dubbio. Lo hanno ammazzato a scopo di estorsione. Sono persone in cerca di soldi e se non sei d’accordo con loro ti uccidono”, le sue parole ai microfoni di Adnkronos.
Omar Hassan ucciso da una bomba
Omar Hashi Hassan è stato protagonista di uno dei casi più eclatanti di malagiustizia. Il somalo, infatti, fu il classico capro espiatorio per l’omicidio di Ilaria Alpi (giornalista Tg3) e dell’operatore Miran Hrovatin, avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. Nel Paese africano per un’inchiesta su traffici di rifiuti e armi, i due furono uccisi da un commando di sette persone. Quattro anni dopo, nel gennaio 1998, Omar Hashi Hassan venne arrestato su richiesta della Procura di Roma per concorso in duplice omicidio volontario, perché ritenuto un componente del commando. Assolto dalla Corte d’assise della Capitale per non aver commesso il fatto, il somalo a sorpresa fu condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise d’appello, ribaltando così la sentenza di primo grado. Il 10 ottobre 2001 la Corte di Cassazione confermò la condanna per omicidio volontario, ma rinviò il procedimento per nuovo esame ad altra sezione della Corte d’assise d’appello, annullando la sentenza di secondo grado limitatamente all’aggravante della premeditazione e alla mancata concessione delle attenuanti generiche. Il 26 giugno 2002, al processo d’appello bis, Omar Hashi Hassan venne condannato a 26 anni di reclusione. Già finito a processo per calunnia, il principale accusato del somalo, “Gelle”, nel 2015 affermò ai microfoni di Chi l’ha visto? l’innocenza di Hassan: “Io neanche ero presente al momento dell’agguato. Mi hanno chiesto di indicare un uomo. Gli italiani avevano fretta di chiudere il caso”. Dopo quasi diciassette anni dietro le sbarre, il 19 ottobre del 2016 Hassan fu assolto dall’accusa di duplice omicidio e immediatamente scarcerato. Libero perché totalmente innocente e risarcito di oltre 3 milioni di euro. “Ho perso 17 anni della mia vita in carcere da innocente”, commentò all’epoca.