Il 2020 è stato un anno decisamente drammatico negli Stati Uniti in quanto a numero di omicidi. Come riportato dal New York Times, citando un’indagine realizzata dall’Fbi, rispetto al 2019, nell’anno della pandemia c’è stato un incremento di assassinii del 29 per cento, il tasso di incremento più alto a livello nazionale dal 1960, da quando cioè si è iniziato a registrare il dato. Per ritrovare un aumento simile bisogna addirittura tornare indietro al 1968, anno storicamente caldo in tutto l’occidente, quando l’incremento di omicidi fu del 12.7%, poco più della metà rispetto al surplus registrato fra il 2019 e l’anno successivo.
A far ben sperare resta comunque il tasso di omicidi ogni 100mila abitanti, che si assesta su numeri più bassi rispetto al passato, ben un terzo rispetto a quelli rilevati nei primi anni ’90. Nel 2020 sono stati eseguiti 21.500 omicidi negli Stati Uniti, 5mila in più rispetto al 2019, e secondo gli analisti potrebbero essere diversi i motivi che hanno provocato tale incremento significativo, a cominciare da quello più evidente, ovvero, l’aumento di stress dovuto alla pandemia di covid.
OMICIDI 2020 USA, +29% RISPETTO AL 2019: LOUISIANA MAGLIA NERA
Pesano anche episodi di sfiducia e di tensione fra i cittadini e le forze dell’ordine a seguito di quanto accaduto nella comunità afroamericana, come ad esempio l’uccisione di George Floyd. Infine, il sempre più diffuso utilizzo delle armi fra gli statunitensi.
Il 77% degli omicidi commessi negli Usa, quindi quasi 8 su 10, sono stati causati da armi da fuoco ed è il dato più alto mai segnalato, in aumento del 67% rispetto a dieci anni fa. Non vengono segnalate particolari aree critiche oltre oceano, anche se il tasso di omicidi più alto, per il 32esimo anno consecutivo, resta quello nella Lousiana. Inoltre, viene specificato che nelle città con più di 250mila abitanti gli omicidi sono cresciti del 35%, mentre si sale al 45% nelle città con 100-250 mila abitanti, e si riscende al 25% nei piccoli centri (sotto i 25mila cittadini).