Continuano veementi le proteste negli Stati Uniti per la morte della 26enne afroamericana Breonna Taylor. La ragazza venne uccisa per errore dalla polizia sei mesi fa, a seguito di una sparatoria nel suo appartamento, a Louisville nel Kentucky, e crimine che permise alla famiglia della stessa vittima di ottenere un risarcimento danni di ben 12 milioni di dollari dalla città dove risiede. Nella giornata di ieri, mercoledì 23 settembre, due poliziotti sono stati feriti dopo essere stati raggiunti da alcuni colpi di arma da fuoco. A far scattare nuovamente l’ira della comunità afroamericana locale, il fatto che il gran giurì avesse incriminato solo uno dei tre poliziotti presenti in occasione della morte di Breonna, leggasi l’ex detective Brett Hankison, condannato per tre capi di imputazione per condotta pericolosa. Il New York Times ha raccontato di gente che urlava di rabbia, ma anche chi piangeva; per 10 minuti, poi, circa 150 persone hanno bloccato una strada, dopo di che è arrivata la polizia che ha seguito i protestanti durante una marcia durata all’incirca due ore.
OMICIDIO BREONNA TAYLOR: PROTESTE A NEW YORK, CHICAGO, L.A…
A quel punto, scrive IlPost.it, sono iniziati gli scontri fra la comunità afroamericana e gli agenti in tenuta antisommossa, con questi ultimi che hanno caricato i manifestanti per farli indietreggiare, anche attraverso l’utilizzo si gas urticante e dello sfollagente. E’ proprio in questo ambito che è giunto il ferimento dei due poliziotti, per cui è già stata arrestata una persona come ha spiegato il capo della polizia locale, Robert J. Schroeder. In totale gli arresti sono stati ben 46 al termine della giornata di protesta di Louisville. Sono ormai più di 100 giorni che le manifestazioni contro il razzismo si tengono negli Stati Uniti, e oltre alla cittadina della povera Breonna, è scesa in piazza gente anche a Los Angeles, Dallas, Atlanta, Seattle, Portland e St. Paul. E ancora, New York, dove circa un migliaio di persone hanno bloccato il traffico sul ponte di Brooklyn, quindi Chicago, dove un quartiere è stato fermato per un’intera ora al grido di “vogliamo giustizia, la vogliamo ora”.