Omicidio Liliana Resinovich: la soluzione del giallo di Trieste potrebbe passare per l’identificazione del misterioso uomo con la coppola avvistato poco prima del ritrovamento del corpo della 63enne proprio nel parco dell’ex ospedale psichiatrico diventato epicentro del caso.
Chi era? A Chi l’ha visto? si cerca di dare una risposta a questo interrogativo attraverso video e testimonianze inedite, mentre l’indagine a carico del marito Sebastiano Visintin, recentemente iscritto nel registro notizie di reato per l’ipotesi di omicidio volontario aggravato, prosegue a ritmo serrato e nel massimo riserbo.
Omicidio Liliana Resinovich, guerra di consulenze sulla dinamica del decesso
Il giallo di Liliana Resinovich ha registrato una svolta con la consulenza medico-legale relativa alla nuova autopsia eseguita in sede di seconda inchiesta. L’anatomopatologa Cristina Cattaneo, unitamente a un team di esperti di vari settori delle analisi forensi, ha concluso che il decesso della 63enne è avvenuto non per suicidio – come invece inizialmente sostenuto dalla prima procura inquirente – ma per omicidio.
Nonostante l’esito, è ancora guerra di consulenze: il medico legale Raffaele Barisani, consulente del vedovo Sebastiano Visintin, non esclude definitivamente il gesto volontario sebbene sia stato il primo a evidenziare lesioni sospette sul corpo. Secondo i consulenti del fratello di Lilly, Sergio Resinovich, è invece palese che sia stata uccisa. Lo sostiene da sempre il medico legale Vittorio Fineschi a cui l’uomo si è affidato, convinto che nessun elemento porti a sostenere la tesi suicidaria.