Nella rubrica “Italia in Giallo” del Tg2, oggi è stato trattato un caso sul quale aleggiano ombre e misteri, l’omicidio di Carlo Mazza, imprenditore 52enne, rinvenuto cadavere a Parma, nella sua auto parcheggiata sotto casa, dal figlio adolescente. E’ la notte di Carnevale del 1986. Inizialmente si pensò ad un malore ma solo dopo si comprese che si era trattato di un delitto. L’uomo fu ucciso con due colpi calibro 6.35 che lo raggiunsero alla testa. La sua vita, in particolare quella privata, viene letteralmente passata al setaccio fino a quando dalle indagini non spunta un nome, quello della bellissima 25enne polacca naturalizzata tedesca di nome Katharina Miroslawa, indicata dalla vittima come beneficiaria di una polizza sulla vita pari a un miliardo delle vecchie lire. Si scoprì che Katharina, ballerina, era stata l’amante di Mazza e ben presto diventa la principale sospettata. La donna ha anche un marito, che si esibisce insieme a lei come ballerino e da cui ha avuto un figlio. Per gli inquirenti ad uccidere Carlo sarebbe stato quest’ultimo mentre Katharina sarebbe stata la mandante e la ricca polizza da un miliardo intestata alla donna il movente.
Katharina Miroslawa fu condannata a 21 anni di carcere insieme al marito ed al fratello per l’omicidio del suo amante. La vicenda fece molto scalpore nell’Emilia Romagna, come racconta ai microfoni del Tg2 Francesco Silva, il primo ad intervistare la donna subito dopo l’arresto: “Allora Parma si era subito divisa in due fazioni, colpevolisti ed innocentisti. Nessuno voleva pensare che lei così bella e così giovane potesse avere ucciso in quel modo il suo amante. Le prove dissero il contrario”.
OMICIDIO MAZZA, EX AMANTE KATHARINA MIROSLAWA INNOCENTE?
Nel processo di primo grado sull’omicidio di Carlo Mazza, la ballerina Katharina Miroslawa, il marito ed il fratello furono assolti, condannati in Appello e processati una seconda volta dopo l’annullamento della Cassazione. Furono nuovamente condannati nel 1992 ma lei nel frattempo era riuscita a far perdere le tracce. Sarà catturata solo otto anni dopo a Vienna dove fu catturata dall’allora maresciallo dei carabinieri Alfio Manoli. A tradirla, come emerse dalla stampa dell’epoca, una lettera che la donna aveva spedito ad un amico di Parma e finita nelle mani degli investigatori. “In più occasioni erano pervenute delle segnalazioni”, ha commentato al Tg2 il maresciallo oggi in congedo, Alfio Manoli. “Iniziammo un’attività investigativa che nella prima fase trovava scetticismo da parte del magistrato bolognese perché riteneva che era passato troppo tempo”, ha commentato ancora. La donna nel giugno 2013 ha terminato di scontare la sua pena ed ha voltato pagina. E’ diventata nonna, ha un nuovo compagno ed ha sempre continuato a dichiararsi innocente. “Io ho subito una ingiustizia, è un dato di fatto per me”, ha commentato.