LA NUOVA INCHIESTA SULL’OMICIDIO PIERSANTI MATTARELLA
Sono passati 45 anni dall’omicidio Piersanti Mattarella, eppure non sono ancora noti i mandanti politici. Il fratello dell’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella, era governatore della Regione Sicilia e “delfino” di Aldo Moro quando fu ucciso, ma la sua morte è rimasta senza colpevoli, perché solo i mandanti mafiosi — i membri della cupola di Cosa nostra — sono stati condannati in via definitiva. Invece, i due capi dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, sono stati assolti definitivamente, sebbene per Giovanni Falcone fossero colpevoli.
Dunque, sono stati condannati i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Nenè Geraci e Francesco Madonia, ma i nomi degli esecutori materiali sono rimasti avvolti nel mistero.
La ricerca della verità, però, non si è mai fermata: infatti, a gennaio è emersa la notizia di due nuovi indagati. A darne notizia fu la Repubblica, secondo cui si tratterebbe di due esecutori materiali del delitto, persone legate alla mafia e dunque ritenute coinvolte in maniera diretta.
LE IPOTESI DI GIOVANNI FALCONE
L’ipotesi del giudice Giovanni Falcone era che l’omicidio Piersanti Mattarella fosse stato il risultato di una convergenza di interessi diversi: tra mafia, ambienti politici e forse anche forze esterne. Il magistrato parlava di un coacervo di interessi, quindi di un intreccio di motivazioni complesse, ma riteneva che la matrice principale fosse comunque quella mafiosa.
L’indagine sul delitto fu però ostacolata da depistaggi e false informazioni, poiché per molto tempo si è cercato di nascondere i veri assassini.
LA SVOLTA DELLA PROCURA DI PALERMO
Ora, però, la Procura di Palermo ha raccolto nuove prove e testimonianze — rivelazioni tuttora coperte dal segreto investigativo — che potrebbero aprire un nuovo processo contro i presunti esecutori mafiosi.
L’omicidio Piersanti Mattarella, finora attribuito ai vertici di Cosa nostra, potrebbe quindi avere nuovi colpevoli identificati tra gli esecutori materiali.
Infatti, la procura siciliana sta lavorando su nuovi elementi che potrebbero finalmente far piena luce sul delitto. L’inchiesta procederebbe con l’ipotesi del delitto mafioso ideato senza appoggi esterni. Secondo tale ipotesi, Antonino Madonia avrebbe sparato a Mattarella, mentre Giuseppe Lucchese avrebbe guidato l’auto del commando. Entrambi sono già detenuti per altri delitti.