L'omicidio di Salvatore Dentamaro a Un giorno in pretura, cosa è successo e chi ha ucciso il trans che si faceva chiamare Ambra e si prostituiva a Bari
L’omicidio Salvatore Dentamaro, il 40enne trans che si prostituiva sul lungomare di Bari e si faceva chiamare Ambra, sarà al centro della nuova puntata di Un giorno in Pretura. La trasmissione esaminerà il caso, partendo dal delitto che avvenne nel 2018 e che ancora resta un mistero irrisolto, vista la scarcerazione del principale imputato, assolto dopo due anni di carcere perchè, secondo la sentenza, si sarebbe trattato di un clamoroso scambio di persona.
Quella sera, il 18 settembre, la vittima, che secondo quanto testimoniato dalla famiglia conduceva una doppia vita in segreto e non aveva mai completato la transizione di genere, aveva incontrato alcuni clienti appartandosi in area San Giorgio, fino a quando, alle 3 di notte circa, viene trovata all’interno della sua auto senza vita con indosso solo le scarpe e biancheria intima femminile. In seguito alla segnalazione di alcuni residenti che avevano notato il corpo dentro al veicolo lasciato con la portiera aperta, la polizia riscontra una ferita da coltello all’altezza del collo ed inizia così l’indagine all’interno dell’ambiente dei frequentatori della zona.

Omicidio Salvatore Dentamaro, la ricostruzione del delitto e il processo alla persona sbagliata
Nell’indagine per l’omicidio Salvatore Dentamaro, la polizia partendo dall’arma del delitto ritrovata accanto all’auto, effettua alcune analisi del Dna. Dagli esami, come confermò la responsabile biologa dell’Istituto di medicina legale di Bari, non emerse nessun tipo di traccia genetica oltre a quella della vittima. Si decise così di procedere con un confronto delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. Gli investigatori così identificarono quello che poteva essere stato l’ultimo cliente di Ambra, che nei video si vede uscire dall’auto dopo essersi appartato con il trans proprio poco prima del ritrovamento del corpo.
Si trattava secondo gli inquirenti, di Francesco Brandonisio, un barbiere e pescatore 53enne che viene immediatamente fermato come principale imputato per il delitto. Nonostante i legali dell’uomo abbiano sempre contestato la ricostruzione fatta durante il processo, Brandonisio viene comunque condannato a 30 anni. Dopo due anni di carcere, viene però assolto, a marzo 2025, perchè nell’ultima sentenza i giudici hanno stabilito che la versione dei legali sia effettivamente quella giusta, cioè che l’uomo che si vede nelle immagini effettivamente non corrisponde al presunto colpevole.
