Ha confessato tre volte l’omicidio Sharon Verzeni, ma ora Moussa Sangare ritratta e prova a ribaltare tutto. Nella prima udienza aveva proclamato la sua innocenza, ma nella seconda è stato ancor più preciso, negando di aver accoltellato la 34enne a Terno d’Isola, precisando di essere un testimone del delitto, non l’assassino. Eppure, ai carabinieri di Bergamo, al pm e nell’interrogatorio col gip aveva dichiarato di essere lui l’autore dell’omicidio.
Oggi ha preso la parola in aula per denunciare che non ci sono prove riguardo la sua colpevolezza e che si era disfatto di coltello e vestiti per paura di essere riconosciuto dal vero killer, perché appunto lo avrebbe visto. Questa versione richiamerebbe la primissima resa ai carabinieri in caserma, per poi crollare di fronte alle contraddizioni evidenziate dai militari dell’Arma. A quel punto, raccontò in maniera dettagliata l’omicidio Sharon Verzeni e dell’onda emotiva dietro di esso.
OMICIDIO SHARON VERZENI, ORA MOUSSA SANGARE NEGA TUTTO
Ora, invece, sostiene che quel coltello non c’entri nulla col delitto e che lo usava per i barbecue con gli amici. Il riferimento è verosimilmente agli esami negativi sulle tracce di sangue, ma materiale biologico della vittima fu trovato sulla canna della bici con cui si diede alla fuga. Proprio in merito alla bici, Moussa Sangare ha confermato che stava scappando, ma per paura, perché aveva assistito al delitto, ritenendo che fosse legato a questioni di droga o più gravi.
A un certo punto, è sembrato riferirsi alle presunte pressioni dei carabinieri per confessare: “Continuavano a spingermi“. A tal proposito, ha raccontato che per tre giorni non ha dormito in caserma e non sapesse nulla di ciò che accadeva. Ciò che ha dichiarato, dunque, sarebbero “menzogne“.
LA PERIZIA PSICHIATRICA E LA PROSSIMA UDIENZA
Quella che doveva essere una semplice udienza in cui conferire l’incarico per la perizia psichiatrica ha fornito, invece, un’anticipazione del processo con Moussa Sangare che ha preso la parola e negato il suo coinvolgimento nell’omicidio. Comunque, sarà Giuseppina Paulillo di Parma a dover accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento del delitto, se soffra di malattie psichiche e se sia socialmente pericoloso.
Dovrà cominciare a esaminarlo il primo aprile, mentre la prossima udienza è prevista il 22 settembre per l’esame. Intanto lo zio Ernesto Verzeni ha commentato la svolta dell’imputato affermando che “ci vuole coraggio a pronunciare quelle falsità“. Invece, il legale del padre e della sorella della vittima ha spiegato a margine dell’udienza che prendono atto della ritrattazione, precisando che però ha dimostrato di potersi difendere a processo e che è un soggetto lucido a suo modo di vedere.