È una posizione che per quanto si possa (e in un certo senso debba) condividere ha un certo retrogusto amaro quella espressa dall’OMS – ovviamente l’Organizzazione mondiale della sanità – nell’ultimissimo rapporto dedicato ai ‘determinanti sociali dell’equità‘, denunciando come le discriminazioni economiche e sociali siano un fattore lesivo della salute personale e collettiva in grado di ridurre ampiamente l’aspettativa di vita: una posizione – quella dell’OMS – che nessuno si sognerebbe mai di criticare o negare, ma che al contempo sembra ignorare (o forse cancellare) gli anni della pandemia da Covid in cui l’Organizzazione fu tra i grandi sostenitori delle limitazioni delle libertà personali.
Partendo dal principio, nel rapporto citato poco fa l’OMS sottolinea come tra i paesi ad alta aspettativa di vita e quelli a bassa ci sia una differenza media di addirittura 33 anni legata soprattutto a quel 3,8 miliardi di persone che vivono in condizioni sociali del tutto svantaggiate: l’Organizzazione cita – infatti – tra le discriminanti della salute collettiva l’assenza di copertura sanitaria pubblica (problema anche in realtà sviluppate come gli States), di sussidi lavorativi per i periodi di malattia ed anche per poter sostenere i propri figli.
L’allarme dell’OMS sulle disuguaglianze sociali e la lezione (ignorata) della pandemia da Covid
Chiaro è – sintetizza il direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus – che le profonde ed evidenti disuguaglianze tra aree del mondo hanno un “impatto diretto sulla nostra salute”: un allarme che è fine non tanto a denotare l’ovvio, quanto ad esortare i governi e i decisori politici – sena ignorare i civili, le accademie e l’intero sistema sanitario globale – a superare le discriminazioni per arrivare ad un mondo più giusto e che non lasci indietro nessuno.
Parole (vale sempre la pena ripeterlo) che sono assolutamente da condividere e stampare a caratteri cubitali ma che – denuncia proprio oggi il quotidiano ‘La Verità’ – collidono in modo netto e chiaro con quelle che furono le indicazioni dello stesso OMS per affrontare la pandemia da Covid: lockdown, vaccini ed elogi alla Cina in quanto modello per la risposta pandemica; la stessa Cina in cui – certamente – le disuguaglianze sociali sono tutt’altro che debellate.