L'OMS di prepara al suo futuro senza i fondi degli USA: lunedì l'assemblea generale in cui si discuterà dei possibili tagli da mettere in campo
Sta per aprirsi il nuovo corso dell’OMS – ovvero, ovviamente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità – che presto dovrà iniziare a fare i conti con l’assenza dei finanziamenti storicamente concessi dagli USA, con la conseguenza (per ora comunque ipotetica) che dovrà necessariamente tagliare alcune delle sue attività per rientrare nel budget concesso dagli altri Stati membri: una partita importante, e che sembra destinata a entrare nel vivo già nel corso dell’assemblea annuale dell’OMS che si aprirà in quel di Ginevra nella giornata di lunedì 19 maggio 2025, storicamente usata come “vetrina” dei successi ottenuti dall’Organizzazione nel corso dell’anno precedente.
Una vetrina che ora non sembra poter splendere come in passato; ma, prima di arrivare al nodo dei finanziamenti e del futuro dell’OMS, è bene ricordare che la scelta di ritirare gli USA dagli accordi è stata tra le primissime carte firmate da Trump dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, lamentando la scarsa trasparenza dell’Organizzazione e la pessima gestione del Covid: di fatto, il ritiro degli Stati Uniti sarà effettivo solamente un anno dopo la comunicazione formale – ovvero il 21 gennaio del 2026 – e, nel frattempo, molti osservatori (forse troppo ottimisti) credono che il tycoon potrebbe fare un passo indietro.
L’OMS in cerca di fondi dopo l’uscita degli USA: la Cina si fa avanti per diventare il principale finanziatore
Comunque sia, per non arrivare all’ultimo momento con l’acqua alla gola e tutte le difficoltà che ne conseguirebbero, già da adesso l’OMS sembra essere impegnata in una profonda revisione delle sue attività: l’idea generale sembra essere quella di discutere con i Paesi membri quali possano essere considerate “materie di alto valore” sulle quali investire, sottolineando chiaramente che, in ogni caso, la lotta contro malattie ed epidemie e la promozione dei vaccini resteranno per sempre la priorità assoluta dell’OMS.
Tra le varie materie oggetto di revisione – fanno sapere alcune fonti anonime a Reuters – sembra esserci l’enorme mole di studi che annualmente l’OMS finanzia e pubblica, mentre la scure dei tagli potrebbe colpire anche alcuni dei tantissimi comitati che la compongono e alcune delle prassi (come l’acquisto ingente di benzina in occasione delle emergenze) consolidate nei decenni; il tutto fermo restando che la Cina sembra essersi già fatta avanti per sostituire parzialmente i fondi USA revocati da Trump e che sono in corso trattative con enti, fondazioni private, case farmaceutiche e gruppi filantropici per finanziare alcuni dei progetti regionali o locali dell’Organizzazione.