Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Domenica In”, trasmissione condotta da Mara Venier e andata in onda nel pomeriggio di domenica 18 dicembre 2022. Il componente dell’esecutivo Meloni ha innanzitutto parlato dell’influenza stagionale e del Coronavirus, che rappresentano un potenziale nelle imminenti festività natalizie. Per questo, il ministro ha esortato a indossare la mascherina qualora si entri in contatto con persone deboli e fragili: “Dobbiamo essere tutti responsabili, abbiamo imparato tanti accorgimenti in questi due anni e mezzo. Ora, non dobbiamo dimenticarli”.
In tal senso, Orazio Schillaci ha ricordato che “abbiamo lanciato una campagna per la quarta dose di vaccino anti-Covid e per il vaccino antinfluenzale. Sono compatibili e si possono fare nella stessa giornata, addirittura. Dobbiamo continuare a proteggere chi è più a rischio. Personalmente, sono ottimista sul fatto che abbiamo superato la parte peggiore della pandemia, ma siamo sempre pronti a intervenire. L’emergenza sanitaria ha rimesso la salute di tutti al centro dell’attenzione: gli operatori sanitari e i medici sono stati encomiabili e vanno valorizzati non soltanto da un punto di vista economico, ma anche mediante la loro immissione in un sistema più organizzato, che riesca a guardare tutti i pazienti allo stesso modo”.
ORAZIO SCHILLACI: “VORREI TRE DONI SOTTO L’ALBERO…”
Nel prosieguo della sua intervista, il ministro Orazio Schillaci ha sottolineato il ruolo dei medici di famiglia, i quali “rappresentano un presidio insostituibile. Dobbiamo evitare assolutamente il fai-da-te nelle cure: i medici di famiglia sono coloro che sanno indirizzare meglio di altri i loro pazienti verso scelte giuste”. Sotto l’albero, il ministro vorrebbe trovare tre doni: “Come prima cosa, vorrei che il servizio sanitario nazionale fosse uguale per tutti, indipendentemente da dove si vive, da quanto si guadagna, dal titolo di studio che si ha – ha affermato –. In seconda battuta, vorrei che tutti i medici e gli operatori sanitari fossero gratificati dal loro mestiere. Infine, vorrei che la ricerca ci desse i farmaci per le malattie che ancora oggi non riusciamo purtroppo a curare”.
Da ultimo, una battuta sul suo incarico politico e istituzionale: “Io teoricamente sarei un pigro – ha asserito Orazio Schillaci –, ma in tutta la mia vita non mi sono mai annoiato. Quando sono stato interpellato per il ruolo di ministro, ho accettato subito. Al primo incontro con il presidente Meloni non ho avuto dubbi sul da farsi. Magari tolgo qualcosa alla mia famiglia, ma spero di recuperare: tutti noi dobbiamo, per quelle che sono le nostre competenze, servire la nostra Italia”.