Il suicidio di Orlando Merenda non è legato al bullismo omofobo. L’ipotesi è caduta: ora si indaga infatti su un ricatto. Il 18enne che domenica si è tolto la vita gettandosi sotto un treno voleva scappare da Torino. Presto avrebbe raggiunto la mamma in Calabria. Il giorno prima di uccidersi si è presentato regolarmente al bar dove svolgeva uno stage programmato della scuola professionale Engim che frequentava. Ma era più silenzioso del solito, secondo una cameriera. «Gli ho chiesto se ci fosse qualcosa che non andava, ma lui si è limitato a rispondere: “Oggi sono un po’ così”», riporta il Corriere della Sera. Inoltre, lo descrive come un ragazzo tranquillo che però si faceva a volte prendere da ansie ingiustificate. «Se riteneva di aver fatto un errore sul lavoro, scoppiava in lacrime». Il titolare gli aveva proposto un piccolo impiego estivo, che però Orlando aveva rifiutato. «Disse che doveva raggiungere la mamma in Calabria. Gli ho spiegato che all’inizio della carriera tutti i giovani svolgono dei lavoretti stagionali e che questa era un’occasione, ma lui mi ha ribadito che sarebbe stato via tutta l’estate». Il giorno dopo il suicidio.
“ORLANDO MERENDA AVEVA PAURA DI QUALCUNO”
Orlando Merenda aveva detto che sarebbe tornato presto a casa, invece dopo il pranzo domeniclae è uscito ed è andato via per sempre. Ora la polizia sta scandagliando la vita del 18enne ed è alla ricerca anche di tracce sul cellulare. E si aprono nuovi fronti investigativi. Come evidenziato dal Corriere della Sera, inizialmente gli accertamenti si erano concentrati su omofobia e bullismo, ma ora si lavora su altre piste, con il pm Antonella Barbera che indaga per istigazione al suicidio. Orlando non faceva mistero della sua omosessualità e non si sentiva completamente accettato. Inoltre, il rapporto col padre era conflittuale. Qualcuno si è approfittato delle sue fragilità quando era ancora minorenne? «Ultimamente era turbato e aveva paura di qualcuno», sostiene il fratello. Tra gli amici c’è chi parla di «un brutto giro» e di un vago «ricatto» che non sapeva come affrontare. Confidenze che, secondo il quotidiano, avrebbe fatto agli amici e pure ai docenti che aveva salutato uno per uno il giorno prima di uccidersi.