L’orologio dell’Apocalisse è ancora fermo, continuando a segnare i 90 secondi alla mezzanotte, così come a gennaio del 2023, un anno fa. Si tratta di quella che gli esperti considerano la distanza minima da una possibile catastrofe globale, e che per la prima volta è stata raggiunta appunto 12 mesi fa, ora confermata dal Bulletin of Atomic Scientists, organizzazione dei fisici atomici nata nel 1945 e fondata da Albert Einstein, e che scandisce il tempo che manca ad un eventuale disastro dal 1947. I fisici, come scrive l’agenzia Ansa, fanno sapere che: È “un momento di pericolo storico”, rilevano i fisici. “Tendenze minacciose continuano a spingere il mondo verso una catastrofe globale”, con riferimento alla guerra in Ucraina e al rischio di una escalation nucleare.
“Cina, Russia e Stati Uniti – proseguono i fisici dell’orologio dell’apocalisse – stanno spendendo somme importanti per accrescere e modernizzare i loro arsenali nucleari, aggravando il pericolo sempre presente di una guerra nucleare dovuta a errori o calcoli errati”. In merito invece alla guerra che si sta combattendo sulla Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre, i fisici atomici spiegano che: “ha il potenziale per degenerare in un conflitto più ampio nel Medio Oriente, che potrebbe porre minacce imprevedibili a livello regionale e globale”. C’è poi la crisi climatica, altra minaccia globale alla luce del fatto che il 2023 è stato l’anno più caldo e che “ha segnato l’ingresso in un territorio inesplorato”.
OROLOGIO DELL’APOCALISSE A 90 SECONDI DALLA MEZZANOTTE: “RAPIDI E PREOCCUPANTI SVILUPPI DELLE TECNOLOGIE”
I fisici proseguono dicendo che si guarda con preoccupazione anche ai “rapidi e preoccupanti sviluppi nelle scienze della vita, come le tecnologie sempre più sofisticate dell’ingegneria genetica” e la possibilità che queste possano combinarsi con “gli strumenti emergenti dell’intelligenza artificiale”, con il rischio di “usi scorretti”.
Secondo gli espertii “altre tecnologie dirompenti hanno subito un’accelerazione, mentre i governi hanno compiuto solo deboli sforzi per controllarli”, con riferimento in particolare all’intelligenza artificiale, con “l’accelerazione del suo uso in ambito militare. Molti Paesi stanno riconoscendo l’importanza di regolare l’IA e a prendere provvedimenti per ridurre il rischio di danni”.