Stanno emergendo nuovi particolari inquietanti sulla casa di riposo di San Benedetto Val di Sambro, finita al centro dello scandalo nel febbraio 2019. Sarebbero due e non uno gli stupri perpetrati dal titolare dell’ospizio lager dell’Appennino bolognese. Questa è la nuova accusa mossa dalla Procura, che ha proseguito le indagini e contestato la seconda violenza ai danni di una 91enne. Stando a quanto riportato da La Vita in Diretta, la novità è emersa ora perché l’anziana era stata già allontanata dalla «casa degli orrori» quando erano state installate le telecamere dai militari. In collegamento nuora e nipote di una vittima: «Diceva che viveva in un ambiente dove era meglio stare zitti. Infatti hanno cominciato due giorni dopo aver saputo che il titolare era in galera». La famiglia ha appreso tutto quando una sera il sindaco li ha chiamati per informarli che era sul posto con le forze dell’ordine.
OSPIZIO LAGER BOLOGNA: INDAGINI SU SECONDO STUPRO E MORTI SOSPETTE
A La Vita in Diretta è intervenuto anche l’avvocato Chiara Rinaldi: «Vogliamo accedere al processo per una parte delle contestazioni. A luglio ci sarà il rito immediato e lì verranno cristallizzate le prime condanne. Al contempo la procura lavora per seguire una serie di rivoli che questa storiaccia ha generato». Il legale ha spiegato che si indaga anche per alcune morti sospette. Il titolare della casa di riposo di San Benedetto Val di Sambro, la moglie e due operatrici erano stati arrestati per violenze e maltrattamenti di vario genere ai danni di alcuni anziani ospiti della struttura poi messa sotto sequestro. Gli indagati sono stati inchiodati dai video catturati dalle telecamere nascoste dai carabinieri, che si erano attivati a seguito di alcune segnalazioni. Le immagini mostrano percosse e varie altre umiliazioni ai danni degli anziani, spesso lasciati al freddo e malnutriti. Ma ci sono anche intercettazioni con frasi scioccanti come «Tanto morite tutti, devo eliminarvi uno a uno» e «Se scendi ti rompo la manina».