Sul Corriere della Sera è stato affrontato il tema dell’ovaio policistico, una sindrome spesso latente ma piuttosto diffusa tra le donne, anche in giovane età. I segnali spesso, seppur ben definiti, non vengono ricondotti a questa ‘patologia’, e a seguito di una diagnosi tardiva il risultato è spesso quello di una possibile infertilità da parte di chi ne soffre. A definirne i tratti è stata la Dott.ssa Rossella Nappi, professore ordinario di ginecologia ed ostetricia dell’Università di Pavia, Irccs Policlinico San Matteo, nonché membro del direttivo della Società internazionale di endicrinologia ginecologia.
La statistica parla del 20% delle donne in età fertile affette da ovaio policistico. E come ha spiegato la dottoressa i segnali non sono da ricondursi solo alla scoperta di microcisti alle ovaie. Esistono anche altri campanelli d’allarme da tenere presente grazie anche alla necessità di sottoporsi ad una diagnosi precoce.
SINTOMI DELL’OVAIO POLICISTICO E COSA FARE
Rossella Nappi ha evidenziato 3 segnali che riconducono all’ovaio policistico. Il primo sarebbe da rintracciare nell’irregolarità mestruale, a cui si può aggiungere anche l’eccessiva produzione di androgeni (gli ormoni maschili) riscontrabile, ad esempio, in peluria eccessiva e grasso addominale, e ovviamente l’aspetto delle ovaie microcistiche. “Spesso a soffrirne sono adolescenti in sovrappeso che hanno avuto la prima mestruazione già a 10 o 11 anni, con segni di acne o peluria eccessiva, oppure ragazzine di peso normale, magari con qualche chiletto in più sulla pancia, che hanno un ciclo irregolare fin da subito. Sentendosi meno donne, queste giovani, che credono di non essere fertili, tendono spesso a sviluppare ansia e depressione e ad isolarsi”. Questa la spiegazione della dottoressa.
Cosa fare quindi di fronte a questi segnali? La professoressa Nappi ha evidenziato che il primo passo è quello di una visita ginecologica, accompagnata da ecografia pelvica e transvaginale, oltre a specifici esami del sangue. In questo modo prima arriva una diagnosi prima sarà possibile ristabilire ‘il quadro’, impostando il giusto stile di vita e assumendo molecole naturali in grado di migliorare il metabolismo, oltre a specifiche terapie ormonali come la pillola anticoncezionale.