Il commento di Agrocepi, Fenapi e Acli Terra alla nuova PAC UE: positivo il fondo unico, ma servono maggiori stanziamenti economici
Sono in corso in queste ore le ultimissime discussioni sulla PAC – ovvero la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea – che disegnerà il piano d’azione comunitario per il settore agricolo dal 2028 al 2034: discussioni che, come spesso accada quando si tratta di politiche agricole, sono state tutt’altro che prive di critiche, con buona parte del mondo imprenditoriale e politico che ha durante protestato per la proposta dell’esecutivo UE; mentre in queste ore è giunto anche il commento di Agrocepi, Fenapi e Acli Terra.
Prima di arrivare al parare di Agrocepi, Fenapi e Acli Terra, vale la pena ricordare che la principale ragione di opposizione alla PAC è legata al fatto che l’esecutivo di von der Leyen ha deciso di tagliare i fondi disponibili di circa il 20% portandoli a poco più di 300 miliardi di euro (precisamente 295 e altri 6 ricavati dai fondi emergenziali) rispetto agli attuali 386 miliardi; mentre la novità più importante è la creazione di un cosiddetto “super fondo” nel quale verranno conferiti tutti gli stanziamenti.
Nel “super fondo” della nuova PAC – sempre fermo restando che per ora non è ancora stata del tutto approvata – finiranno anche i fondi destinati alle varie iniziative europee che in precedenza erano stanziati dai piani di sviluppo rurale: l’idea di base sembra essere quella di semplificare la PAC, con l’effetto (per così dire) collaterale di snellirla ed è proprio per questa ragione che si sono registrate numerose critiche dagli operatori del settore.
Il parare di Agrocepi, Fenapi e Acli Terra sulla PAC UE: “Bene il fondo unico, ma serve maggiore integrazione con le politiche di sviluppo”
Venendo a noi, in un comunicato congiunto Corrado Martinangelo, Carmelo Satta e Nicola Tavoletta – in rappresentanza per Agrocepi, Fenapi e Acli Terra – hanno esortato la Commissione ha lasciare da parte quella visione ormai superata che caratterizzò la prima Europa e la prima PAC, per “guardare avanti e modernizzare il nostro mondo” e l’intero settore agroalimentare, perseguendo un necessario adeguamento delle politiche europee che sappia garantire “opportunità di sviluppo e innovazione“.
La proposta per la PAC, per com’è attualmente formulata, presenterebbe – infatti – profonde contraddizioni che richiedono un’immediata “chiarezza” e un reale confronto attivo con gli operatori che vada oltre gli aspetti prettamente “demagogici“: chiaro è che siano necessari maggiori fondi per il settore agroalimentare, oltre allo sviluppo di un “progetto comune e trasversale” e proprio in tal senso i rappresentati di Agrocepi, Fenapi e Acli Terra ci tengono a lodare il “fondo unico” proposto dalla Commissione.
Una scelta – quella del fondo unico per la PAC – che ha “il pregio di imporre una riforma dei meccanismi di spesa” che in questi anni hanno dimostrato chiaramente la loro inefficienza, alimentando un meccanismo “a volte clientelare“; mentre a loro avviso sarebbe importante che le politiche agroalimentari di coordinino “con le politiche generali di sviluppo e coesione” seguendo il modello attuale dei “fondi del PNRR“.