Si allarga il caso di Paderno Dugnano, dove la vicenda della compravendita di un immobile da parte di un’associazione islamica si intreccia con una questione politica. Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dell’acquisto, da parte della Casa della Cultura Musulmana, dell’ex tempio dei Testimoni di Geova per trasformarlo in una moschea. In questo modo la comunità islamica avrebbe un proprio centro, visto che la vecchia moschea abusiva era stata chiusa due anni fa. Ora si apprende, sempre da Il Tempo, che si sta occupando del caso, che l’operazione è stata conclusa per 550 mila euro, nonostante l’immobile non sia agibile; quindi, servono altri fondi per finanziare i lavori necessari a renderlo utilizzabile.
Un caso aperto, tanto quanto quello della moschea abusiva, perché dall’analisi di alcuni documenti il giornale ha appreso che, tra i soci presenti a una riunione del 2018, figurava Osama Gabali, che sarebbe noto alle forze dell’ordine, le quali stanno monitorando l’attività islamica sul territorio. Sui social pubblica video contro il governo e condivide contenuti che attaccano in particolare la premier Giorgia Meloni, il leader della Lega Matteo Salvini e l’europarlamentare leghista Silvia Sardone. A questi si affiancano video di musulmani in preghiera, all’aperto o nella vecchia moschea abusiva, chiusa nel 2023.
PADERNO DUGNANO, LA LEGA IN PROCURA PER FOTO A SCHEDA ELETTORALE
Il profilo è finito all’attenzione de Il Tempo perché si tratta dello stesso account che ha spinto la Lega a presentare un esposto per una presunta violazione della legge elettorale. Il Carroccio ha denunciato ai carabinieri di Paderno Dugnano che il 24 giugno scorso, sui social, un profilo col nome “Ossa ma” pubblicava una foto della sua scheda elettorale compilata, in riferimento al ballottaggio per le elezioni comunali, e immagini dall’interno della cabina elettorale, mostrando che aveva apposto la “x” sul nome della candidata sindaca del centrosinistra, Anna Varisco, che ha vinto quelle elezioni.
La Lega ha evidenziato che si tratta di “una violazione del principio di segretezza del voto“, stabilito dalla Costituzione; si tratterebbe inoltre di una violazione delle norme che regolano le operazioni elettorali. Da qui la decisione di presentare un esposto per verificare la vicenda, identificare il responsabile e valutare se si configurino reati, con copia inviata anche alla procura di Monza. L’autore di quel post sarebbe, dunque, Osama Gabali, che, secondo l’inchiesta giornalistica de Il Tempo, potrebbe essere coinvolto nell’organizzazione della comunità islamica di Paderno Dugnano e nel trasferimento del luogo di culto che, dopo la chiusura del 2023, sta per nascere nell’immobile venduto dai Testimoni di Geova.
ALLARME CISINT: “ISLAM RADICALE TRA NOI”
La Lega non si sta muovendo, comunque, solo a livello locale, ma anche europeo. Infatti, l’eurodeputata Anna Cisint ha presentato un’interrogazione prioritaria alla Commissione UE dopo la pubblicazione, da parte di Le Figaro, di un rapporto sull’espansione dell’islam radicale e fondamentalista in Francia e in Europa. Quel documento conferma quanto Cisint denuncia da tempo e la necessità di agire: ci sono “reti organizzate che agiscono nell’ombra, quartieri completamente islamizzati, moschee usate per diffondere antisemitismo, bambini indottrinati da imam formati all’estero senza alcun controllo, con soldi che arrivano da organizzazioni radicali come Hamas“.
Cisint ne ha parlato a Il Tempo, cogliendo l’occasione per chiedere di fermare la diffusione dell’islamizzazione radicale anche sospendendo ogni finanziamento europeo a ONG e associazioni che diffondano ideologie incompatibili con i principi democratici. Cisint non nasconde il timore che quanto emerso in Francia possa verificarsi anche in Italia, visto che “c’è un piano chiaro” che va avanti da anni “per sostituire i nostri valori, la nostra identità“.
L’eurodeputata della Lega ritiene utile anche una mappatura delle moschee, per verificare che siano regolari, comprendere da dove arrivino i finanziamenti e cosa vi venga predicato. L’obiettivo è scongiurare la nascita di “fabbriche dell’odio verso l’Occidente“. Bisogna però partire dalla regolamentazione, visto che non è mai stata sottoscritta un’intesa con la confessione islamica; anche l’Europa deve fare la sua parte e prendere una posizione chiara.