Puntuali, anche questa volta, ecco le pagelle di Sanremo 2025 per terza serata. Si è chiusa, appunto, la terza serata del Festival di Sanremo 2025 (qui le pagelle di Sanremo 2025 per la prima e la seconda serata).
Si è superata la boa di metà gara e si comincia a delineare quali saranno le canzoni che si contenderanno il titolo sabato. Carlo Conti, nonostante il ritmo blando e gli intermezzi che dilatano il tessuto della trasmissione, riesce a condurre la barca in porto senza scossoni, riuscendo—piaccia o meno la sua conduzione—a dare alla musica, specie alle canzoni in gara, il centro della scena.
Pagelle sanremo 2025, co-conduttrici e verdetto delle Nuove Proposte
Assieme al direttore artistico hanno presentato la serata tre co-conduttrici, l’una opposta alle altre: Miriam Leone, davvero splendida e perfettamente in parte come spalla; Elettra Lamborghini, un’involontaria versione femminile di Cristiano Malgioglio, spesso imbarazzante; e Katia Follesa che, andando contro il suo personaggio, sfoggia alcuni degli abiti più audaci della serata, ma tiene su la verve.
Il primo verdetto di questa edizione è nelle Nuove Proposte, che hanno visto trionfare Settembre con Vertebre, canzone che ha anche vinto il Premio della Critica e quello della sala stampa Lucio Dalla, sconfiggendo Alex Wyse e la canzone Rockstar.
Edoardo Bennato e gli ospiti
La diretta tv parte con Edoardo Bennato: tamburo ai piedi, chitarra e kazoo, intona uno dei suoi inni, Sono solo canzonette, scelta per commentare proprio la kermesse sanremese e lanciare l’omonimo documentario su Rai il 19 febbraio.
Tra gli ospiti, gli attori del Teatro Patologico, un gruppo che lavora sulle performance drammaturgiche come terapia, e soprattutto i Duran Duran che, a 40 anni dalla loro apparizione sul palco di Sanremo, propongono un medley di successi, suonato dal vivo (tanto di cappello alla scelta di non arrendersi alle basi), ma al tempo stesso non benissimo per quanto riguarda i suoni e la resa, voce di Simon Le Bon a parte. Però l’omaggio ai Talking Heads di Psycho Killer, suonato con Victoria (bassista dei Måneskin), è bello e Wild Boys è la più trascinante canzone pop degli anni ’80.
Classifica di serata e pagelle Sanremo 2025 dei cantanti
La classifica di serata—decisa dalla giuria radio e dal televoto—vede premiati: Coma_Cose, Brunori Sas, Irama, Olly, Francesco Gabbani.
Pagelle di Sanremo 2025 dei cantanti in gara nella terza serata
- CLARA (Chiamo io chiami tu) – Vestito strano, specie sui fianchi; la regia si fa contemporanea tra riprese verticali pronte per un reel ed effetti glitch. La sua citazione di Yves Klein regge meglio del Kandinskij dei Modà. È simpatica, ma la sua prova è un po’ statica. La canzone è ottimo dancefloor, ma nulla più. 5,5
- BRUNORI SAS (L’albero delle noci) – Ha una sobrietà anche scenica che si trasforma in pura emozione grazie alla canzone, a un testo che contiene il verso forse più bello di questa 75ª edizione: “Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore.” 8
- SARAH TOSCANO (Amarcord) – Non ha ancora la maturità per affrontare il passaggio a nuova Annalisa (nella sua fase pop), specie come voce e interpretazione, ma il palco è più predisposta ad affrontarlo e il pezzo ha un tiro niente male. 6,5
- MASSIMO RANIERI (Tra le mani un cuore) – Pronto per l’Olympia di Parigi, altro che Ariston; classe superiore, interpretazione magistrale. La canzone aveva bisogno di spazio e aria, ma pure quel bellissimo sax, che replica il ritornello, è un bel colpo degli autori. 7+
- JOAN THIELE (Eco) – La più cool della serata, una Frida Kahlo mixata con St. Vincent; la meno sanremese di tutte le canzoni e oggi la canta con sicurezza. Il testo non è chiarissimo, vuoi per la sua voce, vuoi per il missaggio, ma ci piace lo stesso. 7
- SHABLO feat. GUÈ, JOSHUA e TORMENTO (La mia parola) – È una delle canzoni più interessanti per capire la musica oggi, la sua creazione, perché Shablo, forse per la prima volta nella storia del festival, è un produttore che non apre bocca. E il pezzo funziona egregiamente. 7-
- NOEMI (Se t’innamori muori) – Sempre più elegante e divistica di sera in sera, cresce come la sua canzone; anche se dimentica un verso, è un brano che padroneggia con una sicurezza invidiabile. 7
- OLLY (Balorda nostalgia) – Oggi è in versione “bello de nonna”: golfino e pantaloni morbidi, faccia da bravissimo ragazzo con cui prova la scalata al podio. Ce la può fare, l’impegno c’è, basti sentire il fiatone con cui finisce la sua prova. 6,5
- COMA_COSE (Cuoricini) – Un po’ più sobri dell’esordio, soprattutto lui che pare un agente immobiliare senza cravatta, ma la loro chimica è rodatissima e il pezzo è una roba che smuoverebbe alla danza anche un sordo. Diabolici a loro modo. 7
- MODÀ (Io non ti dimentico) – Sembrano una famiglia di agenti di pompe funebri delle Hawaii, Kekko sforza la voce più del solito, chissà se per colpa della costola infortunata (e infatti se la regge spesso durante gli acuti più duri). È una canzone, però, statica, ferma sul suo unico giro melodico. 5
- TONY EFFE (Damme ‘na mano) – La cosa più noiosa della gara, anche se lui si presenta senza i travestimenti da bravo ragazzo: torso nudo, chiodo, catene, tatuaggi. Però l’immagine dell’“uomo d’onore”… grazie, ma no grazie. 4
- IRAMA (Lentamente) – Il più avveniristico negli abiti e nel look, pensa che una canzone sia un’esibizione di body building; mostra le corde vocali in modo monocorde, non sfrutta il crescendo, stavolta i tre minuti e mezzo sembrano anche troppi. 5
- FRANCESCO GABBANI (Viva la vita) – Se negli scorsi festival (due vittorie e un secondo posto) aveva canzoni ruffianissime, qui ha semplicemente un pezzo banale, che prova a pestare col muro di suono della produzione e dell’orchestra, ma non sfonda stavolta. 5-
- GAIA (Chiamo io chiami tu) – Bell’abito color carne con fantasia di foglie argentee; ha problemi di audio in cuffia, quindi la voce fatica, chiamando il corpo di ballo a salvare la performance. Ci riescono pure, ma la canzone resta poco comunicativa, una Elodie di retroguardia. 5+