Il Pakistan ha innalzato il livello di massima allerta in seguito all’aumento delle tensioni con l’India, dopo l’attacco terroristico avvenuto a Pahalgam, nel Kashmir meridionale; il ministro della Difesa Khawaja Muhammad Asif ha dichiarato in un’intervista esclusiva a Reuters che un’incursione militare indiana è “imminente”, nel frettempo, il governo di Islamabad ha già preso decisioni strategiche urgenti per fronteggiare la minaccia rafforzando le proprie forze armate lungo i punti sensibili della frontiera.
L’attacco – che ha provocato la morte di almeno 26 turisti – ha generato una profonda indignazione a Nuova Delhi, riaccendendo le accuse contro il Pakistan, accusato di sostenere la guerriglia armata in Kashmir, una regione storicamente contesa e teatro di conflitti tra le due potenze nucleari. Il ministro Asif ha ribadito che l’esercito pakistano è in stato di massima allerta e ha informato il governo dell’elevata probabilità di un’aggressione da parte indiana; il Pakistan respinge però con forza ogni coinvolgimento negli eventi terroristici e chiede un’indagine internazionale neutrale per chiarire le responsabilità.
Da parte sua, il governo indiano ha sospeso il rilascio dei visti per i cittadini pakistani “con effetto immediato”, una mossa che ha ancor di più peggiorato la situazione riducendo drasticamente le possibilità di dialogo bilaterale; intanto, sul terreno, i segnali di escalation aumentano di minuto in minuto con pattugliamenti rinforzati, nuove postazioni militari e blindati schierati lungo il valico di frontiera di Attari-Wagah.
Pakistan minaccia una risposta nucleare solo in caso di “minaccia esistenziale”
Durante l’intervista, il ministro Asif ha voluto ribadire che il Pakistan non ricorrerà al proprio arsenale nucleare se non in presenza di una “minaccia diretta alla nostra esistenza”; un’affermazione che, se da un lato vuole rassicurare la comunità internazionale, dall’altro ritrae una situazione estremamente delicata dove basta un errore o un’escalation improvvisa per far precipitare l’intero subcontinente in un conflitto devastante.
Il rischio – concreto e crescente – è che anche un semplice incidente di frontiera possa innescare una catena di eventi fuori controllo; ogni ora che passa senza un intervento diplomatico deciso aumenta la possibilità che la crisi locale si trasformi in una crisi regionale dalle proporzioni drammatiche.
Islamabad – consapevole della gravità della situazione – ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale chiedendo mediazioni immediate per evitare una nuova guerra tra due potenze nucleari e invita anche le Nazioni Unite a condurre un’inchiesta indipendente sull’attacco di Pahalgam, smascherando le responsabilità reali dietro alla tragedia. In un clima già segnato da decenni di rivalità, accuse incrociate e sospetti, il confine indo-pakistano torna a essere un luogo di equilibrio precario, sospeso tra la pace armata e il disastro irreversibile.