Il ministro della Difesa pakistano, Khawaja Asif, ha fatto una clamorosa ammissione in un’intervista trasmessa in diretta TV dalla BBC dove ha rivelato come il Pakistan abbia svolto operazioni di supporto al terrorismo per conto degli Stati Uniti e dell’Occidente, affermando: “Abbiamo fatto questo lavoro sporco per gli Stati Uniti negli ultimi tre decenni, compreso il Regno Unito.”
Le sue parole sono arrivate in un momento di grave tensione regionale in cui l’India ha accusato il Pakistan di essere indirettamente responsabile dell’attacco terroristico che ha ucciso 26 turisti a Pahalgam, nella regione del Kashmir; Asif ha anche dichiarato che il Pakistan ha agito nell’interesse dell’Occidente durante la guerra sovietico-afghana, quando addestrava e ospitava i militanti contro le forze sovietiche ma ha comunque cercato di minimizzare le implicazioni della sua dichiarazione definendo queste azioni un “errore” e aggiungendo che il Pakistan ne ha pagato le conseguenze.
Ha anche affermato che se Islamabad non si fosse alleata con l’Occidente sarebbe stata “una carriera politica ineccepibile”: questo sfogo si configura come un’ammissione storica che potrebbe avere impatti determinanti sulle delicate relazioni tra Islamabad e la comunità internazionale.
Pakistan: l’ammissione di complicità nel terrorismo potrebbe incrinare i legami con la comunità internazionale
L’ammissione di Khawaja Asif si inserisce in un contesto geopolitico piuttosto complesso, dove il Pakistan – accusato di ospitare gruppi estremisti – è stato oggetto di critiche internazionali per il suo ruolo nel terrorismo globale: l’attacco a Pahalgam, rivendicato dal “Fronte di Resistenza” (TRF), un gruppo affiliato a Lashkar-e-Taiba, ha generato nuovi dubbi sul coinvolgimento di Islamabad in atti terroristici che colpiscono l’India.
Anche se il Paese ha sempre negato il sostegno diretto a queste organizzazioni, le parole del ministro potrebbero incrinare ancora di più la credibilità di Islamabad sul piano internazionale: il TRF è ritenuto responsabile di numerosi attacchi in Kashmir, accrescendo le tensioni tra India e Pakistan, due potenze nucleari con una lunga e dolorosa storia di conflitto.
Gli Stati Uniti – pur avendo avuto in passato alleato il Pakistan – sono da tempo impegnati in un delicato equilibrio tra supporto strategico e critiche sulla gestione del terrorismo nel Paese; l’ammissione di Asif, dunque, rappresenta un grave punto di svolta che mette a rischio futuro delle relazioni internazionali, nonché una possibile escalation di violenza le due nazioni.