Luca Palamara non si arrende: "Chiederò revisione del processo, ho pagato io per tutti". L'ex toga parla del sistema delle correnti nella magistratura
PALAMARA E IL “VERO SISTEMA” NELLA MAGISTRATURA
Il caso Palamara è tutt’altro che chiuso: a sostenerlo è proprio l’ex magistrato che finì al centro del caso che coinvolse la magistratura italiana. In un’intervista a Il Dubbio, ha spiegato che non è emerso tutto e non tutti hanno pagato; infatti, ha confermato quanto dichiarato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, secondo cui “c’è molto di più“. Luca Palamara lo ha confermato, aggiungendo che, mentre gli altri magistrati coinvolti nelle chat dello scandalo sono stati promossi, lui è stato radiato.
È convinto anche che non sia stato fatto abbastanza per accertare come avvenivano le nomine nelle alte cariche della magistratura e quali interessi ci fossero dietro. Ad esempio, le intercettazioni sono state usate in modo selettivo. Inoltre, ci sono state riunioni “di corrente” che influenzavano le nomine, eppure la questione non è stata approfondita.
Palamara ha citato anche il caso Sarcina, funzionario dei servizi segreti, prima della consegna ufficiale del rapporto investigativo, perché non è mai stato chiarito il collegamento tra l’inchiesta su di lui e quella sulla presunta Loggia Ungheria, rivelata da Amara. Ha denunciato anche una disparità di trattamento, perché un cancelliere è stato punito per la fuga di notizie, mentre i giornalisti non hanno subito conseguenze.
DALL’IPOCRISIA NELLA MAGISTRATURA ALLA SUA BATTAGLIA GIUDIZIARIA
L’intervista di Palamara, dunque, è una forte critica al sistema della magistratura italiana, che accusa di opacità, favoritismi e ipocrisia. Un sistema di cui lui sarebbe stato un capro espiatorio: “Di quel sistema ho fatto parte e l’ho raccontato per squarciare il velo di ipocrisia. È indubbio che di quella vicenda tanti sono stati beneficiari e oggi, in modo opportunistico, indicano in me il solo colpevole“.
Lui è stato radiato, altri, nella stessa situazione, no, in quanto si sono dimessi per evitare le sanzioni. Pur ammettendo i suoi errori, Palamara ritiene di aver pagato da solo per responsabilità condivise. Sta però raccogliendo nuovi elementi per chiedere la revisione del processo, basandosi anche su una recente sentenza di assoluzione a Perugia che potrebbe giovargli: “Impatta per me positivamente sulla seconda parte dell’incolpazione disciplinare che mi è stata contestata“.
COME CONTRASTARE IL SISTEMA DELLE CORRENTI
Nell’intervista non manca una riflessione sul sistema delle correnti, che in origine avevano uno scopo positivo, ma che ora sono diventate centri di potere. Le nomine e le carriere sarebbero gestite più in base all’appartenenza politica o associativa che al merito, secondo Palamara, il quale sostiene la proposta del governo sul sorteggio per i membri del CSM, perché distruggerebbe il potere delle correnti, che ora premiano o puniscono i magistrati in base all’appartenenza.
Palamara è disponibile a intervenire in sede parlamentare per fornire chiarimenti, perché “il bene della magistratura viene prima di ogni cosa“. Infine, a differenza di quanto dichiarato da Loredana Miccichè, presidente di Magistratura Indipendente, secondo cui la magistratura ha saputo riformarsi dopo il caso Palamara, quest’ultimo ritiene che le correnti riescano tuttora a esercitare ancora potere sul sistema delle nomine e della carriera, perché sono diventate “strumenti di potere nelle dinamiche interne delle nomine della magistratura“.