Mentre il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è impegnato nel braccio di ferro con la Serie A e il mondo del calcio (la quarta industria del Paese, occorre sempre ricordarlo) per capire i tempi della riapertura, il mondo sportivo “individuale” continua a pressare il Governo per capire quando poter realmente cominciare la fase 2. Nello specifico, palestre, piscine e centri sportivi quando avranno la possibilità di avere il via libera alla riapertura? Seppure qualche spiraglio era spuntato su eventuale anticipo sulla road map, al momento viene invece confermato il 18 maggio come data cardine per le nuove regole in fase 2 anche per le palestre: riaprono i negozi ma secondo le ultime novità espresse direttamente dal Ministro dello Sport, anche palestre e piscine potranno tornare ad una pseudo-normalità. «Stiamo lavorando molto sulle linee guida per la riapertura di palestre, piscine, centri danza e tutti i centri sportivi di ogni livello», aveva detto Spafarora lo scorso 2 maggio. Ieri poi sono state pubblicate le linee guida per gli atleti e la “fase 2” dello sport (qui tutte le informazioni), da cui si possono trarre di fatto le nuove regole che anche palestre e piscine dovranno rispettare dal 18 maggio in avanti.
PISCINE E CENTRI SPORTIVI: COME RIAPRIRANNO
In generale, l’operatore sportivo dovrà farsi carico di organizzare ingressi scaglionati nelle palestre e nei centri sportivi, un po’ come avviene nei supermercati fin dall’inizio della quarantena, per garantire una presenza esigua di persone all’interno dell’edifici. Il motivo è comprensibile – poter controllare meglio i frequentatori e valutare eventuali interazioni all’interno delle strutture – ma resta alquanto complesso capire come dovranno essere normati gli ingressi: prenotazioni, turni, altro? Nell’attesa di un quadro chiarificatore che probabilmente ogni singola struttura metterà in pratica, le altre regole per la riapertura prevedono termoscanner all’ingresso, sanificazione degli attrezzi e degli ambienti, «sulla fornitura di dispenser di gel igienizzanti, i frequentatori delle palestre non potranno condividere cibo, bottigliette dell’acqua e vestiario», riporta il Corriere della Sera.
Nelle piscine e nelle sale fitness ci saranno dei distanziatori e con ogni probabilità dovrà essere attivato un sistema di raccolta dedicato ai rifiuti potenzialmente infetti: resta il problema mascherine e guanti dato che alcuni attrezzi vedono di difficilissimo utilizzo di questi DPI. «Il consumatore ha diritto al rimborso della quota parte di abbonamento del quale non può usufruire (o del singolo titolo di ingresso)», ha spiegato il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, contattato dal CorSera. Le palestre e i centri sportivi si stanno ingegnando per mettere in pratica rimborsi-proroghe abbonamenti o anche voucher, ma di certo anche la ripresa nella fase 2 non sarà semplice né per le regole da rispettare né ovviamente per i costi complessivi che graveranno sulle strutture e ovviamente anche sul cliente singolo.