Continua ad essere poco chiara l’origine del covid: un contatto fra uomo e animali, un errore accidentale nel laboratorio di Wuhan o altro? Secondo Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), l’ipotesi dell’incidente da laboratorio è la strada più plausibile: “L’allarme, è noto, fu dato dai cinesi in ritardo – racconta nel libro di Vespa Perché Mussolini rovinò l’Italia, estratto pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa – la Cina non ha mai chiarito fino in fondo le cause dell’origine del virus. Personalmente credo che si sia trattato di un incidente di laboratorio a Wuhan. Era già successo in altri laboratori cinesi con virus e batteri altamente contagiosi, cosi come negli Stati Uniti e in altri posti. E, intanto, noi dobbiamo imparare a convivere con il Covid”. Secondo Palù, il covid rimarrà “certamente con noi”, in quanto ”È il destino di tutti i virus pandemici”.
Come rimarrà però non è dato saperlo: “Non lo sappiamo con certezza, molto probabilmente in forma endemica. L’unico confronto possibile è con le pandemie da virus respiratori del passato: nel secolo scorso, quando avemmo le tre pandemie di influenza (la spagnola nel 1918, l’asiatica nel 1957, la Hong Kong nel 1968), il mondo era abitato, rispettivamente, da 1,7, 2,5 e 4 miliardi di persone. Oggi siamo a 8. Ma allora il virus non raggiungeva nicchie di popolazione isolate. Oggi il Covid è arrivato in Antartide”.
PALU’: “COVID? USCIRANNO FARMACI ANTIVIRALI”
Giorgio Palù parla anche dell’immunità di gregge, sottolineando come non sia possibile “in un mondo globalizzato, con l’Africa non vaccinata e i casi che continueranno a crescere. Potremmo inoltre assistere a un ping pong tra uomo e animali. Con il morbillo e la poliomielite – ricorda ancora il numero uno dell’Aifa – bastava vaccinare il 90 per cento della popolazione per avere l’immunità di gregge nei Paesi colpiti”.
“Oggi, con il Covid e circa 2 miliardi di persone vaccinate e due terzi di mondo che non lo sono – ha continuato spiegando la tesi condivisa anche da altri molti addetti ai lavori – la missione è impossibile, perché non ce la faremo mai a vaccinare il 90 per cento di una popolazione che viaggia da un continente all’altro”. In ogni caso l’autorevole virologo italiano rimane ottimista: “Usciranno farmaci antivirali, come è capitato per l’Aids e per l’epatite C, la prima malattia da virus che stiamo “eradicando” con i farmaci”.