La mamma di Pamela Mastropietro è stata intervistata stamane da I Fatti Vostri. Nella giornata di ieri è iniziato il nuovo processo nei confronti del killer della giovane, Oseghale: “Sono stata in aula con delle foto per mostrare come avevano ridotto Pamela. Non so perchè c’è stato un nuovo processo a distanza di cinque anni quando nei primi due gradi hanno confermato la violenza sessuale su Pamela. Ieri hanno rinviato l’udienza al 22 febbraio, è pesante”. All’udienza ha incontrato l’assassino della figlia: “Stava passando vicino a me e in quel momento c’è stata un po’ di tensione, è normale. Vedevo che all’inizio prima di avvicinarsi verso di me blaterava qualcosa e ho scoperto che diceva basta oppressione giudiziaria, poi non so cos’altro diceva. Cercavo di avere un contatto con lui per sapere cos’aveva da dire ma non mi ha detto niente”. Secondo la mamma di Pamela Mastropietro Oseghale non ha fatto tutto da solo: “Ci sono prove che in quella casa c’erano altre persone. Non può aver fatto tutto da solo. E’ stata spogliata minuziosamente, tolti gli organi, fatta a pezzi, lavata con la candeggina. Sto lottando da 5 anni e trovo la forza dal cielo, dalla fede, lo dico a tutti quanti, affidiamoci a Dio, affidiamoci a loro perchè ci aiutano. Non c’è niente di più doloroso di sopravvivere a un figlio”.
Alessandra Verni ha voluto realizzare il sogno della figlia: “Diplomarsi e ce l’ho fatta, ma non mi fermo. Ho iniziato da poco in questi giorni il corso avanzato di interventi assistiti con gli animali e spero in un progetto più grandi per aiutare più persone possibile, visto che all’epoca non ci fu la rete che doveva esserci, non siamo stati aiutati”. Ma di cosa non è convinta la mamma di Pamela Mastropietro? “Non capisco perchè dopo tutto quello che ha subito mia figlia dobbiamo stare ancora a discutere se sia stata violenza sessuale o meno. Le foto parlano da sole e portare un genitore a fare tutto ciò… io neanche ci dovevo arrivare, è una violenza anche per me. Mettere una maglietta per far vedere come hanno ridotto mia figlia: così si deve chiedere giustizia? Facciamole funzionare le istituzioni. E’ possibile che ad un imputato si debba chiedere se vuole venire in udienza: gli dobbiamo mettere un tappeto rosso?”.
PAMELA MASTROPIETRO, ZIO DELLA VITTIMA: “COME SI FA A METTERE IN DISCUSSIONE LA VIOLENZA SESSUALE?”
Il fratello di Alessandra, zio di Pamela Mastropietro, è anche l’avvocato della famiglia: “Oseghale è stato condannato in primo e secondo grado per violenza sessuale, omicidio, vilipendio e occultamento. In Cassazione sono state confermati i reati tranne la violenza sessuale rinviando poi gli atti a Perugia per un approfondimento sull’aspetto”.
“La Corte – ha proseguito – ha riscontrato contraddizione fra prima e seconda sentenza, in un quadro in cui Pamela Mastropietro è stata uccisa con due coltellate, disarticolata, depezzata in 25 parti, asportati tutti i suoi organi interni, lavati con la candeggina e messa in due trolley. Come è possibile mettere in discussione una violenza sessuale in questo ambito. Pamela aveva una difficoltà psicologica ed inoltre era sotto effetto di stupefacenti: era consenziente o no prima del rapporto sessuale?”. La mamma di Pamela Mastropietro ha concluso: “Giudici, mettetevi una mano sulla coscienza, ergastolo per Oseghale. Fuori ci sono altri mostri e se lui non avrà l’ergastolo fra qualche anno esce e ce lo ritroviamo”.