La pandemia si è rivelato un agente scatenante anche sotto il piano delle fragilità. Contribuendo a far emergere vecchie e nuove forme di disagio pronte a creare disorientamento e confusione. Ma dalle quali è pur sempre possibile difendersi. Ritrovando fiducia e forza in sé stessi. Orientandosi all’espressione dei propri talenti in una società certamente mutevole, ma che offre comunque importanti occasioni di autorealizzazione pur all’interno di un orizzonte in continua evoluzione.
“In un contesto sempre più atomizzato e monadizzato, oggi più che mai l’individuo è chiamato a riscoprirsi attraverso l’amore. Per sé stesso, per il prossimo, per ciò che si è e ciò che si fa. E’ questo che spiego a chi giornalmente si rivolge al mio studio per avere assistenza e supporto. E il concetto del dono, del condividere, acquisisce una valenza amplificata e rinnovata insieme, solo se riletto alla luce della profonda connessione con quella luce propria interna che ciascuno è chiamato a riscoprire e ad alimentare. Noi riceviamo ciò che immettiamo nell’universo. E mai come in questo momento storico la forza propulsiva di quello che gli antichi Greci chiamavano ‘agape’, la benevolenza disinteressata, può fare la differenza”.
Lo afferma convintamente Barbara Vigorito, stimata professionista titolata torinese con pluriennale esperienza maturata nella gestione del lutto, del dolore cronico e nel supporto alle vittime di abuso. “Attraverso il sentimento dell’amore – prosegue la dottoressa – noi possiamo superare tutto. Imparando a sentirlo dentro per poi applicarlo nel modo giusto in qualunque campo della vita, dal più piccolo gesto quotidiano alla più grande sfida”.
In un’epoca sempre più pullulante e popolata di coach on line pronti a fiorire come funghi sul web, motivatori e santoni mediatici, ecco invece che “Occorre mettere in atto una nuova metodica di comunicazione efficace ed efficiente insieme mondo interno e mondo esterno. I guru che troviamo in rete stimolano le persone sul momento, infiammandole come fuochi di paglia che durano poco più di un’istante. Ma poi si spengono di nuovo. Il percorso è inverso. Conta ricercare e mantenere una sana motivazione prima di tutto dentro di sé: se prima non si accende il cuore, nulla potrà mai durare a lungo. E, una volta fatto questo, scopriremo come comunicare significa rendere note nuove forme di consapevolezza fondata con cui costruire dei ponti tra sé e il prossimo. Il nuovo mondo comincia così”.
Ma c’è di più. “Il cambiamento richiede energia e impegno. E, soprattutto, sapersi mantenere distanti il giusto dal risultato. Farlo con fiducia, a piccoli ma a solidi passi, tanto da essere impossibile ritornare indietro. Evolvere significa prima di tutto riconnettersi realmente a sé stessi e all’universo. All’energia spirituale che proviene da Dio e senza la quale non siamo niente”, approfondisce Barbara Vigorito, un master presso la ‘Bert Hellinger Schule’, specializzata altresì in costellazioni familiari (materia di cui è docente accreditata presso la propria scuola di formazione) quale forma privilegiata nell’ascolto e nella prevenzione del disagio.
E a chi le domanda se in questi tempi bui sia ancora possibile sognare, risponde con un aneddoto indicativo e funzionale. “Mi trovavo durante uno dei miei viaggi ospite di un bed & breakfast ricavato all’interno di una realtà rurale e contadina. Di quelle ancora dominate da valori di riferimento arcaici e tradizionali, come nei vecchi film in bianco e nero di certa parte d’Italia. La titolare, un’anziana signora sulla novantina, prese a narrarmi la sua vita fatta di campi, famiglia e crescista dei figli. Le chiesi quale fosse il suo sogno da bambina:” Sogni? Ma noi non potevamo sognare”, rispose guardandomi dritta negli occhi quasi avessi posto una domanda stranissima. Eppure, alla sua veneranda età, tramite il mio quesito aveva realizzato come per un’intera esistenza avesse escluso il sogno dal proprio quotidiano”.
Perché per Barbara Vigorito “Il sogno è il primo attore per la realizzazione di grandi cose. La fede-fiducia nelle proprie capacità il secondo. E’ l’inizio di tutto. Il motore che muove il mondo. Penso alle grandi chiese del passato: opere straordinarie che oggi nessuno sarebbe più in grado di fare venute su con strumenti edili umili e anni di immensa, visionaria passione. Quante cose sono possibili agli uomini ispirati. Non avevano nulla, eppure avevano un sogno. Perché sognare è vedere l’impossibile prima che divenga realtà”.